Allegra, gioiosa, altruista. E sempre positiva, anche quando c’erano ben pochi motivi di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.
Questo è stata Viviana Badin, molto conosciuta in città, a Mossa (dove ha vissuto un ampio periodo con la famiglia) e in tutto l’Isontino. Avrebbe compiuto 76 anni fra un mese ma una gravissima malattia non le ha lasciato scampo, nonostante la sua fiera lotta.
Originaria di Capriva del Friuli, Viviana ha vissuto fra Mossa e Gorizia. E ha lavorato, per trent’anni, alla Peugeot Autolisert a Monfalcone. Svolgeva la mansione di impiegata amministrativa ma, proprio per questo suo essere sempre positiva e con una volontà di ferro, si era subito fatta apprezzare dai datori di lavoro, dai colleghi, dai clienti. Già, perché Viviana era così: una persona che non si lasciava travolgere dal pessimismo cosmico (tipico di questo parti) e «che non si piangeva addosso», come spiega orgogliosamente la figlia Barbara, insegnante.
Inoltre, ha svolto tanta attività di volontariato con l’associazione Spiraglio odv, Volontari isontini sostegno malati neoplastici. Si metteva alla guida e portava le persone che avevano bisogno di effettuare la radioterapia all’ospedale Maggiore. Sempre pronta a dare un consiglio. Anche il personale di Oncologia l’aveva definita un «esempio di lotta contro la malattia».
«Oltre ad Oncologia, ringraziamo di cuore la dottoressa Pestrin e l’equipe, il reparto di medicina C fatto di professionisti molto disponibili e Oss fantastici. Un ambiente sereno. Un grazie - sottolineano i familiari - va all’Hospice cure palliative di Monfalcone con le dottoresse Calligaris, Redivo e Vidus».
Viviana Badin si era ammalata nel 2009 e lottava da sei anni con una recidiva. Ma aveva sempre combattuto. Lascia il marito Davide Sanson, la figlia Barbara, parenti e amici tutti.
Sabato mattina, alle 10.30, ci sarà la benedizione alla camera mortuaria del San Polo, seguirà la cremazione.
In ultimo un breve ricordo di Miriam, un’amica di Viviana. «In un mondo pieno di gente che non fa altro che piangersi addosso - si rivolge proprio a Viviana - tu hai combattuto senza mai lamentarti, grata per i progressi della medicina che ti permettevano di vivere quasi normalmente. Di momenti difficili devi averne passati e chissà quanti: eppure, la tua attenzione è rimasta sempre rivolta agli altri. Pronta ad intervenire per consolare, consigliare, aiutare». —
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