PAVIA. Compie vent’anni “Mafie, legalità e istituzioni”, il ciclo di incontri sulla criminalità organizzata che nel corso degli anni ha portato a Pavia i massimi esperti del settore. Le conferenze dell’edizione 2024, organizzate come sempre dal Coordinamento per il Diritto allo studio-UDU e dall’Osservatorio Antimafie Pavia, sono iniziate nelle scorse settimane affrontando tanti temi diversi. Venerdì l’appuntamento con il terzo evento della rassegna è al circolo Arci Radio Aut, dedicato a Peppino Impastato e che è nato proprio insieme a “Mafie”.
Venerdì sera a partire dalle ore 21 al circolo di via Faruffini 4 si ritroveranno alcuni di coloro che all'epoca iniziarono questa avventura. Tra loro l’avvocato Carlo Failla, la ricercatrice Alice Fiorentino e anche l’assessora Alessandra Fuccillo, autrice del filmato “Finale aperto”. Durante la serata, che sarà coordinata dall’avvocato Francesco Giambelluca, vi sarà anche un intervento di un giovane del direttivo di Radio Aut, Leonardo Bartolino Spinella.
Mafie 2024 si chiuderà poi lunedì, quando arriverà a Pavia Michele Prestipino, procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, uno degli ospiti di spicco dell’edizione di quest’anno della rassegna dedicata a Vittorio Grevi, docente dell’Università di Pavia prematuramente scomparso.
Prestipino è stato nominato procuratore aggiunto alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nell’aprile scorso, andando ad affiancare il procuratore nazionale Giovanni Melillo. L’appuntamento è per lunedì 25 novembre alle ore 21 nell’Aula di disegno dell’ateneo di Pavia, dove il procuratore parlerà di “Nuove mafie: art. 416-bis e metodi mafiosi emergenti”.
Romano di origini siciliane e in magistratura dal 1984, Prestipino è stato sostituto a Palermo dal 1996 al 2008, poi procuratore aggiunto a Reggio Calabria fino al 2012. Tra la Sicilia e la Calabria il procuratore si è occupato di moltissime delle più importanti inchieste antimafia, dalla cattura di Bernardo Provenzano (arrestato l’11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza) alle indagini sulle connivenze tra mafia, politica e sanità.