L'idea che Elon Musk o qualche altro personaggio o governo possano avere il monopolio delle connessioni web commerciali via satellite non è mai piaciuta a Bruxelles, tanto meno ora che il capo di SpaceX è così vicino al neo rieletto presidente Donald Trump. Così dopo oltre due anni di discussioni, a fine ottobre la Commissione europea ha scelto di far realizzare la sua costellazione di satelliti Iris² a un consorzio guidato da Ses, Eutelsat e Hispasat.
Si tratta di satelliti per la connessione a banda larga, del tutto alternativi a quelli dell'uomo più ricco del mondo, che nascerà ufficialmente quando le parti in causa firmeranno il contratto di concessione della durata di dodici anni, ovvero entro dicembre, come ha affermato la Commissione stessa in una dichiarazione all'inizio di questo mese. I principali subappaltatori del contratto, che prevede la realizzazione di oltre 290 satelliti da posizionare su orbite multiple, includono Thales Alenia Space, Airbus Space and Defence, l'italiana Telespazio, Ohb e Thales Six. Ci sarà pertanto una limitata ricaduta industriale anche per il nostro Paese. A spingere l'iniziativa anche il fatto che i militari hanno colto al volo le possibilità offerte dal sistema Starlink di SpaceX - la prima grande costellazione satellitare a utilizzare l'orbita terrestre bassa per fornire Internet a banda larga - sollevando preoccupazioni sulla dipendenza da una società privata che potrebbe potenzialmente disattivare un servizio critico per ragioni commerciali o politiche.
Non è un segreto che l'aeronautica militare statunitense (Usaf) si affidi a Starlink per comunicazioni di comando e controllo, mentre l'Ucraina utilizza il servizio per guidare i droni contro obiettivi russi e per le comunicazioni sui campi di battaglia. Christophe Grudler, europarlamentare che siede nella Commissione per l'industria, qualche giorno fa in un post su X ha scritto: “Iris² è un pilastro essenziale della nostra resilienza, ne abbiamo bisogno in fretta”. Su una cosa ha senza dubbio ragione, la fretta: l'Unione è troppo lenta nel prendere questo tipo di decisioni e rischia di arrivare buona ultima ad avere un'alternativa a usare sistemi satellitari pubblici e privati altrui come Starlink, Space Mobile, Kuiper (Amazon) o OneWeb (Regno Unito), ViaSat, Sky Muster, OneWeb, EchoStar Mobile, Hughes Network e Inmarsat. In altre parole, abbiamo perso troppo tempo perdendo di vista dove stavano andando le altre grandi nazioni. Comunque sia, in base al contratto, il consorzio che costruirà la costellazione e che si chiama Space Rise (acronimo di Space Consortium for a Resilient, Interconnected and Secure Europe pace Rise), fornirà servizi governativi entro il 2030, consentendo al contempo servizi commerciali.
Iris² sarà quindi utilizzato per funzioni come la sorveglianza marittima e delle frontiere, le comunicazioni sicure per le ambasciate e per missioni militari. Il programma sarà finanziato in parte dal pubblico e in parte da privati, quindi dall'Agenzia spaziale europea Esa e da gruppi industriali partecipati dai governi. Qualche mese fa, quando la politica di Bruxelles annunciò l'intenzione di approvare questo progetto, l'amministratore delegato di Eutelsat Eva Berneke aveva commentato: “Il programma Iris² è una potente estensione dell'impegno di Eutelsat nel promuovere la sovranità digitale dell'Europa attraverso investimenti sostenuti nella tecnologia multi-orbita per fornire reti essenziali per le strategie europee”. Miguel Ángel Panduro, suo omologo di Hispasat, aggiungeva: “Siamo fermamente impegnati in tutto ciò che Iris² rappresenta: un sistema di comunicazioni sovrano e sicuro, supportato da sviluppi innovativi europei. È un progetto ambizioso, un primo passo di un progetto che definirà il futuro delle comunicazioni satellitari in Europa”.
La speranza di Bruxelles è anche quella che il progetto riunisca piccole e medie imprese e nuovi attori spaziali affinché in Space Rise partecipino attori dei 27 Stati membri dell'Unione, ma nel tentativo di trovare l'accordo pubblico-privato Iris² è stato posticipato di diversi anni rispetto alla tempistica presentata dall'Unione a marzo dell'anno scorso, che prevedeva il primo lancio già alla fine di quest'anno e l'entrata in servizio completa nel 2027. Come già avvenuto per l'euro-carro armato, per il super caccia Fcas e per altri progetti, a litigare erano state Francia e Germania, con il ministro dell'economia tedesco Robert Habeck (del Partito Ambientalista), che a marzo aveva chiesto un nuovo rinvio di Iris² per ripensare al programma, scrivendo alla Commissione europea per lamentarsi del budget proposto (erano 12 miliardi) e della divisione del lavoro tra Francia e Germania, troppo svantaggiosa per Berlino.
Tecnicamente parlando, la costellazione includerà satelliti in orbita terrestre bassa (Leo), che consentono connessioni a bassa latenza (ritardi di trasmissione e ricezione), e anche unità poste in orbita terrestre media (Meo), che possono coprire una parte più ampia del globo, poiché Unione europea conta sul sistema per fornire copertura a banda larga in aree che attualmente non hanno servizio, così come nella regione artica. Secondo la stampa francese il costo dell'intera costellazione sarà di 10,6 miliardi di euro, dei quali 2,4 miliardi saranno pubblici. Di fatto Iris² sarà il terzo sistema satellitare comunitario dopo quello per la navigazione Galileo e quello per l'osservazione della Terra Copernicus.