«Prevedo un bel futuro per lui, magari in Premier League», aveva dichiarato al nostro giornale lo scorso ottobre Alessandro Costacurta, professore della difesa. Oltre all’ex campione del Milan, aveva destato una bella impressione anche ad altri ex professionisti.
D’altronde Isaak Touré è uno dei calciatori più interessanti dell’Udinese: l’altezza, quei 206 centimetri che lo rendono il giocatore più alto di sempre della Serie A, rappresenta l’esca per andare a osservare più da vicino questo ragazzo, 21enne mancino di grandi potenzialità.
La sua è una storia particolare: praticava pallacanestro, atletica e sport di combattimento prima di passare al calcio, in cui aveva iniziato come attaccante. Nel 2020 il passaggio nel reparto arretrato. Da dove non si è più mosso. «In tutte le partite mi piace portare la palla avanti: mi piace di più attaccare, segnare gol. È incredibile quando succede”.
Un anno fa così dichiaro al sito ouest-france.fr il ragazzo di origine ivoriane: forse si spiega così la sua volata offensiva nel match prima della sosta con l’Atalanta, sortita che ha dato origine al gol di Pasalic. Peccato di passione e di gioventù, ma che non cambia la prospettiva di Touré, calciatore che coi suoi 206 cm precede in serie A anche quel lungagnone di Milinkovic-Savic, portiere del Torino di 202 cm.
La predisposizione offensiva del giocatore dell’Udinese, ultimo acquisto del mercato estivo, nasce perché suo zio ed ex allenatore, Dominique lo schierò attaccante nel primo club del suo percorso. Lo racconta il sito footnormand.fr, che intervistò Touré nel giugno del 2022: «Dato che ero più alto e più forte di tutti, venivo schierato nel reparto offensivo – dichiarò al tempo Isaak -. A spostarmi in difesa l’allenatore Mohamed Chacha nell’U17 (del Le Havre, ndr). Mi ha fatto capire fosse per me meglio. Grazie a lui sono un professionista».
Scelta azzeccata, anche se non fu facile all’inizio. Uno dei miti del centrale bianconero era (ed è) Didier Drogba, leggendario centravanti ivoriano del Chelsea. Il giocatore dell’Udinese è bravo coi piedi, ma deve migliorare di testa, fondamentale in cui può risultare determinante anche in attacco: «Sui calci piazzati – disse a Ouest-France – tocco molti palloni ma non riesco ancora a essere decisivo. Lavoro ogni giorno per migliorare».
L’altezza non è sempre stata un’alleata di Touré, a lungo fermato dagli infortuni legati alla sua crescita (in particolare tra i 14-15 anni): «Col mio fisico devo sempre fare più degli altri – sottolineò a Footnormand –. Ho dei vantaggi e degli svantaggi». In particolare nei contrasti, rifletteva il ragazzo francese, cresciuto in una famiglia in cui papà Ibrahima è alto 188 cm e la sorella Vanessa 180 cm. Solo la mamma Mariane «è piccola», raccontò sempre il giocatore alla testata normanna. Proprio lei si trasferì a Le Havre assieme al figlio quando aveva 12 anni e venne ingaggiato dai “Ciel&Marine”.
«Abbiamo vissuto assieme due anni – spiegò il portacolori dell’Udinese –. Quando ero più giovane, non mi rendevo conto degli sforzi che faceva per me. Ora devo ricambiare proteggendola». Appassionato di basket e tifoso di Giannis Antetokounmpo dei Milwaukee Bucks, Touré è riconoscente al preparatore atletico del Le Havre Olivier Rodriguez: fu lui a dargli il gusto per il lavoro, precisò nella chiacchierata a footnormand.fr. Un processo che sta dando i suoi frutti, con il bianconero che anche ieri si è allenato forte e punta a una maglia da titolare con l’Empoli.