Il Top 500 arriva a Venezia. Le classifiche, le analisi, le storie dei protagonisti dell’economia del territorio. Una serie di eventi sul territorio, che permettono di conoscere i protagonisti delle imprese, ascoltare le indicazioni industriali e finanziarie che emergono dalle classifiche delle aziende leader delle provincie di Belluno, Padova, Venezia e Treviso, e in più visitare di persona quattro fabbriche straordinarie.
Per partecipare agli eventi è sufficiente registrarsi sul sito www.eventinem.it, dove si trovano anche i programmi con i relatori, chiamati a dialogare con i giornalisti dei quotidiani del gruppo Nord Est Multimedia sul tema “Reagire al grande caos”, visto attraverso quattro diverse declinazioni (il capitale umano, le nuove tecnologie, le operazioni straordinarie, la ricerca di nuovi mercati). Venezia sarà la penultima tappa del tour di Top 500 con il focus dedicato alle operazioni straordinarie.
L’evento Top 500 Venezia è previsto mercoledì 27 alle 17 a San Stino di Livenza nella fabbrica della Dal Ben. Tra i protagonisti, tra gli altri, Gabriele Dal Ben (Dal Ben), Massimo Romani (Argea), Luca Boccato (HNH Hospitality), Paola Cimolai (Jesurum), Carlo Della Bona (Angeloni Group) e Alberto Baban (VeNetWork).
Le conclusioni saranno affidate a Paola Carron, che il 23 sarà eletta presidente di Confindustria Veneto Est durante l’annuale assemblea della territoriale che somma Padova, Treviso, Venezia e Rovigo.
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«Il nostro è un progetto costruito su sinergie e competenze locali, unendo aziende specializzate in un distretto unico nel suo genere». Alberto Baban, presidente di Venevision, la holding con base a Mestre che raggruppa in un polo il comparto dell’occhialeria descrive la strategia che ha portato alla creazione del cluster manifatturiero interamente localizzato nel Veneto.
Otto acquisizioni hanno segnato il percorso di crescita del gruppo, controllato a monte da VeNetWork e guidato come ad da Nicola Belli, ciascuna focalizzata su una competenza specifica: Tris Ottica, si occupa della produzione di montature in acetato, mentre Ottica Prealpi è specializzata nelle montature in metallo. Reply produce cerniere e meccanismi di precisione, Fotomeccanica si distingue per la fotoincisione e il taglio laser, ed Eurofin offre trattamenti superficiali come la galvanica e la verniciatura per accessori di alta gamma. A queste si aggiungono CIDI, focalizzata sulle montature in polimero iniettato, Tricolor, esperta in verniciatura, e a Vas la fabbrica che si occupa della pulitura.
«Tutte queste realtà si trovano nel distretto Segusino-Pederobba-Quero Vas, nell’alto Trevigiano. È una caratteristica unica: non siamo un distretto particolarmente noto, ma la concentrazione di competenze qui è straordinaria» sottolinea Baban.
Il gruppo conta oggi oltre 500 collaboratori e punta a chiudere il 2024 con un fatturato di 80 milioni di euro.
«Il nostro obiettivo nel prossimo biennio è di raggiungere i 100 milioni, nonostante le difficoltà del settore del fashion. In un comparto dove a comandare sono i grandi gruppi».
Il core business di Venevision è interamente B2B, con l’unica eccezione rappresentata dal marchio Lamarca, un piccolo brand che produce montature in acetato assemblate con tecniche originali ed esclusive. «Lamarca è un esempio di come si possa fare innovazione in un settore dominato dai giganti» osserva Baban.
«La produzione di un occhiale è incredibilmente complessa» spiega il presidente. «Servono tra 80 e 160 lavorazioni per ogni montatura, un mix di tecnologia avanzata e maestria artigianale. Noi produciamo montature finite: ogni passaggio è realizzato qui, in Veneto. È questo che ci permette di affermare che i nostri processi sono autenticamente Made in Italy».
Baban evidenzia come il peso della produzione di occhialeria sia fortemente localizzato Far East. «Noi invece abbiamo scelto di mantenere tutto in Italia. Ogni nostro passaggio è 100% Made in Italy, ed è proprio questo il nostro claim: autentico italiano».
Il settore dell’occhialeria è uno dei pochi in cui il concetto di distretto ha ancora senso. «Qui - sottolinea Baban - tra le province di Belluno e Treviso, abbiamo una concentrazione unica di competenze e tecnologie. Questo ci distingue da altri settori, come quello delle calzature, dove la produzione è distribuita su molteplici distretti».
La forza del polo Venevision, sottolinea Baban «é nel know-how manifatturiero». «Ogni singolo passaggio richiede competenze artigianali specifiche, anche in presenza di automazione. La macchina può fare molto, ma il lavoro manuale resta indispensabile. Ed è qui che il nostro valore aggiunto si esprime al massimo».
Il gruppo, nato nel 2020, è attualmente in una fase di consolidamento, dopo anni di forte crescita e di acquisizioni. «Questo è un anno di metabolizzazione dell’improntante crescita degli ultimi anni ma non per questo smettiamo di investire» dice il presidente.
«Il nostro obiettivo è rafforzare il controllo della filiera e continuare a collaborare con clienti come Kering Eyewear, Thelios, Luxottica,Safilo e Marcolin. Il mercato richiede sempre maggiore elasticità, e noi siamo pronti a rispondere».
Il settore del lusso ha attraversato un anno complesso, ma l’occhialeria è stata meno colpita rispetto ad altri comparti. «L’occhiale è anche un prodotto anticiclico» spiega Baban. «Non è solo un accessorio moda, ma anche un dispositivo medico. Inoltre, è un prodotto più accessibile rispetto ad altri oggetti del lusso, e questo lo rende meno vulnerabile ai cali del mercato».
Guardando al futuro, Baban evidenzia le opportunità legate alle nuove tecnologie. «L’occhiale sta diventando un dispositivo multifunzionale, capace di integrare hardware e software. Pensiamo, per esempio, agli occhiali che amplificano il suono o che possono essere utilizzati per nuove forme di interazione digitale. Stiamo parlando di un prodotto che non è solo visivo, ma che coinvolge più sensi. Se il mercato decolla, noi siamo pronti».
I nuovi device indossabili, sottolinea ancora Baban « con controlli vocali e funzioni integrate, stanno accelerando un’evoluzione che cambierà radicalmente il modo in cui interagiamo con la tecnologia. E l’occhiale sarà al centro di questa trasformazione». —