M. Ebden/ J. Thompson b. T. Paul/ B. Shelton 6-4 6-4
L’Australia domina il doppio decisivo e si qualifica alle semifinali di Coppa Davis dopo aver sconfitto per 2 a 1 la squadra probabilmente più completa della manifestazione, ovvero gli Stati Uniti: Jordan Thompson e Matthew Ebden (rispettivamente numero 3 e numero 13 della specialità) hanno dominato Tommy Paul e Ben Shelton con il punteggio di 6-4 6-4 in un’ora e 15 minuti, mettendo a nudo tutti gli errori del capitano americano Bob Bryan, che ha rivoluzionato la formazione, schierando per il match decisivo una coppia inedita di singolaristi, rinunciando all’ultimo ai vicecampioni olimpici Ram e Krajicek (e anche alla coppia che ha vinto il bronzo Fritz/Shelton).
“Per quanto riguarda la formazione del doppio ho deciso nei minuti successivi al secondo singolare, cercando di puntare sulla potenza e sull’esplosività di Ben e Tommy e sull’effetto sorpresa: non ho nessun rimpianto“, ha dichiarato a caldo capitan Bob. Tra l’altro Ram era stato escluso anche due anni fa quando l’allora capitano Fish non lo convocò proprio per Malaga e gli Stati Uniti furono eliminati come quest’anno al doppio decisivo dei quarti di finale (in quel caso dall’Italia).
La nazionale americana (cinque giocatori tra i primi 22 del ranking mondiale di singolare e due coppie di doppio a medaglia alle Olimpiadi), fallisce ancora una volta l’appuntamento più importante della stagione, nonostante la presenza e la vittoria (assicurata) del numero 4 del mondo Fritz, che nei tornei più prestigiosi della seconda parte della stagione (US Open e Nitto ATP Finals) era stato sconfitto solamente da Jannik Sinner. Senza nulla togliere alle prestazioni di Kokkinakis, Ebden e Thompson la sensazione è che la differenza tra le due nazionali l’abbia fatta il capitano: Lleyton Hewitt ha azzeccato il singolarista del mattino – schierando addirittura il settimo giocatore australiano, Thanasi Kokkinakis – e poi non si è inventato niente per il doppio, affidandosi agli specialisti. La nazionale guidata da “Rusty”, alla terza semifinale consecutiva, sabato 23 novembre affronterà la vincente della sfida tra Italia e Argentina.
IL MATCH- Fin dai primi scambi della partita la coppia australiana è sembrata più collaudata a livello di intesa e di schemi, scappando subito sul 3 a 1 dopo aver breakkato nel terzo game un Tommy Paul piuttosto spaesato e arrugginito. Ebden e Thompson hanno poi gestito con freddezza il vantaggio, difendendolo senza problemi fino alla fine e concedendo appena sei punti alla battuta in cinque turni di servizio (3 ace, nessun doppio fallo e 16/18 con la prima in campo).
Nel secondo parziale gli americani hanno oggettivamente alzato l’asticella del loro gioco, cercando di coprire il campo insieme, quasi come una vera coppia: nel sesto game Paul non è riuscito a controllare la risposta di dritto sulla palla break, sprecando così l’opportunità di riaprire l’incontro e, qualche minuto dopo – sul 4 pari – gli americani, travolti dalla tensione, hanno di nuovo perso le distanze. Shelton si è affidato al servizio per recuperare da 15-40, ha annullato un mini match point con il cuore della difesa ma si è infine arreso alla saggezza tattica dei rivali: l’esperienza degli australiani ha fatto la differenza, perché Thompson e Paul, nel game decisivo del match, hanno giocato da veri doppisti, controllando l’esuberanza e la potenza degli avversari, che invece, completamente spaesati, si sono disuniti, andando di fatto a spasso per il campo (5-4 e servizio Australia). Jordan ha poi gestito senza problemi l’ultimo turno di battuta, difendendolo a 15, chiudendo il match con il punteggio di 6-4 6-4 in un’ora e 15 minuti di gioco: la coppia aussie ha poi festeggiato l’approdo in semifinale abbracciando capitan Hewitt, per certi versi il vero MVP di questo quarto di finale.