Oggi vi parlo di una scrittrice di romanzi, di saggi e di versi che si chiama Ilaria Palomba. Prima di tutto, come ho conosciuto Ilaria? Vi spiego tutto, mi piace spiegare! Andrea, il fidanzato di Ilaria, mi segue da molti anni in modo discreto, pare sia timido, non si fa mai vivo con me, eppure è una persona molto viva e ha suggerito a Ilaria i miei video ritratti. A Ilaria è piaciuto il mio modo di raccontare gli esseri umani e mi ha scritto “Non finirò mai di ringraziare Andrea per avermi fatto conoscere la tua arte nel raccontare le persone”.
Sono una persona molto sensibile ai complimenti, quando mi fanno i complimenti tocco il cielo con un dito (non posso dirvi quale dito, non si può dire tutto), così mi sono incuriosito e ho scoperto che Ilaria è molto brava, intelligente e anche affascinante (che non guasta mai). Ilaria è impegnata nella promozione di Scisma, il suo ultimo libro di versi e prosa, così le ho proposto di incontrarci per la sua data milanese. Le ho detto “Verrò con la mia videocamerina, così anche tu diventerai un ritratto Chisciotte”. Così è stato, il film lo trovate alla fine di questo pezzo e ve ne consiglio la visione, anche solo per gustarvi il sorriso splendente di Ilaria.
Prima del nostro incontro Ilaria mi ha spedito il suo libro e ho avuto modo di leggerlo. In copertina c’è il disegno di un cervello con una corona di spine. Si tratta di un poemetto in forma di diario, scandito dai giorni passati in ospedale, una lunga degenza nell’unità spinale del CTO di Garbatella, dal 25 maggio al 28 ottobre 2022. Perché Ilaria è finita in ospedale? Per un fatto molto semplice: si è buttata dal quarto piano, un volo di sedici metri, con la precisa intenzione di lasciare questo mondo, usufruendo della forza di gravità.
Le motivazioni dietro al tentato suicidio non le conosco, intuisco una storia d’amore finita male, ma non ho voluto chiederle il motivo direttamente, mi sono invece appassionato alla sua lenta resurrezione alla vita.
Non è facile risorgere (a parte Cristo ovviamente), non è facile quando il tuo corpo è spaccato, quando ti risvegli “nella foschia del dolore”, quando ti dicono che molto probabilmente non tornerai più a camminare. Vi dico subito la bella notizia: Ilaria cammina. Il suo corpo è tornato a passeggiare, non sulle acque, non si pretendeva questo, ma è comunque un miracolo. A volte si serve di una stampella, ma si è imposta di non usarla quasi mai, perché Ilaria è una donna con una grande determinazione, possiamo dirlo: è una donna con la spina dorsale, in ogni senso.
Cristo è risorto il terzo giorno, gli uomini risorgeranno “l’ultimo giorno”, Ilaria è risorta invece il primo giorno della sua nuova vita. Non è più la stessa, non è più l’Ilaria prima del salto, lo scisma è avvenuto, la separazione, la divisione e la lacerazione, prima Ilaria era una menade che danzava nella frenesia dell’estasi, la nuova Ilaria fa danzare le parole, ma non è un accontentarsi, non sarebbe da Ilaria che va fino in fondo a tutte le cose, in fondo alle parole, è una nuova dimensione dell’Essere, più pura e purificata, dalla foschia del dolore è approdata al nitore della poesia.
Le parole sono state le sue stampelle e ora sono il suo volo nei cieli dell’espressione di un nuovo coraggio di vivere. Questo miracolo è stato possibile grazie alle cure mediche, professionisti delle spine (dorsali), ma non solo, questo è un miracolo soprattutto della parola. Le parole nei suoi versi sono corpo vivente. Corpo fessurato, dilaniato, corpo scismatico che attraverso la parola, attraverso i suoi versi rovesciati, è tornato a essere corpo riunificato, in una trascendenza che ha superato le tenebre e si è fusa nell’Uno. Ogni suo verso trema, ma non è più paura di vivere, le parole ora tremano d’amore. Così adesso Ilaria cammina con noi in questo mondo tragico e meraviglioso.
Del resto la vita stessa nasce da uno scisma, da una separazione originaria da tutto ciò che è inerte, il ciclo cellulare si basa proprio sulla separazione, sulla divisione di una cellula in due “cellule figlie”, e Ilaria è diventata figlia di se stessa. Questo scisma si è ricongiunto in una nuova unità che ha dovuto cancellare il nome originario, per ritrovare una pluralità simbiotica che ha un volto finalmente e ha il sorriso di Ilaria.
La fatica di arrivare al proprio volto, la fatica e il coraggio, attraverso la parola, questo è il suo percorso. Ilaria adesso ha mille volti nuovi e tutti questi volti sono Uno. Leggendo i suoi versi sono rimasto folgorato da queste parole:
E’ il punto in cui si spaccano le maschere. Il punto esatto
dove non resta la menzogna.
Dove non resta la menzogna ora c’è Ilaria, ed è una verità in cammino.
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