Padova è la provincia del Veneto che genera maggiore valore aggiunto in termini assoluti ed è quella che è cresciuta di più nel 2023 con un più 7,64%.
E dal punto di vista della ricchezza prodotta pro-capite Padova è seconda solo a Vicenza in Veneto. La provincia euganea dunque entra nella top ten delle aree maggiormente produttive del Paese, secondo le elaborazioni dell’istituto Tagliacarne, il centro studi delle Camere di commercio.
Con valore aggiunto si intende «l’aggregato che consente di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali». L’analisi tiene conto dell’ultima revisione dell’Istat dello scorso mese di settembre.
Nel 2023, secondo gli ultimi dati disponibili, il valore aggiunto è cresciuto in tutte le province italiane, con alcuni balzi importanti di alcuni territori del Mezzogiorno.
Chieti e Agrigento sono definite dall’istituto Tagliacarne le «gazzelle d’Italia», perché entrambi fanno registrare una crescita del valore aggiunto del 7,85% nel 2023 rispetto al 2022. Staccano di pochissimo una coppia di province siciliane: Caltanissetta e Catania, entrambe con un più 7,83%. Al quinto posto c’è Pescare con il 7,76% e al sesto proprio Padova con il 7,64%.
[[ge:gnn:mattinopadova:14825708]]
La provincia euganea è dunque l’area del Nord Italia che è più crescita nel generare valore aggiunto, persino più di Milano che è al decimo posto con un più 7,39%.
Certo guardando ai valori assoluti non c’è partita: il capoluogo lombardo fa registrare un valore di 203 miliardi di euro, seguito da Roma con 172 miliardi.
Padova è al nono posto in Italia con 35,5 miliardi, subito seguito da Verona con 34,4 miliardi, Vicenza con poco meno di 33 miliardi e Treviso con 32,4 miliardi. Piccola curiosità: la provincia euganea rappresenta l’1,86% di tutto il valore aggiunto prodotto nel Paese.
Per valutare la produttività di un territorio però è necessario rapportarla con il numero dei suoi abitanti. Ecco perché la classifica del valore aggiunto pro-capite diventa particolarmente interessante. E se Milano resta comunque di gran lunga al primo posto con 62 mila euro a cittadino, al secondo posto c’è una provincia come Bolzano con 52 mila e quindi Bologna e Parma con 43 mila. Padova si trova al 14esimo posto con 38.222 euro pro-capite, seconda in Veneto dopo Vicenza che fa registrare 38.611 euro di valore aggiunto a cittadino.
Il quadro che emerge dal report del Tagliacarne è di un Paese dalle forti differenze territoriali: «Il Mezzogiorno presenta, infatti, importanti segnali di vitalità anche se dinanzi a province che registrano andamenti anche superiori alla media nazionale ce ne sono altre che faticano a mantenere il passo – osserva il presidente di Unioncamere Andrea Prete – Questa diversità riguarda anche il Settentrione, tradizionalmente motore di sviluppo, che sta mostrando nel tempo un aumento delle disuguaglianze di crescita soprattutto al Nord ovest. Per questo è fondamentale mettere a punto politiche di sviluppo che consentano una progressione più estesa ed equilibrata dei diversi territori. In questa direzione, le Camere di commercio possono essere un’importante cinghia di trasmissione tra Stato ed economie locali».