Nel dicembre 2022 ha chiesto al ministero dell’Interno un’assegnazione temporanea da Udine a Palermo per assistere la moglie affetta da una grave patologia invalidante (con una disabilità accertata da parte dell’Asl del capoluogo della Sicilia).
L’uomo, un vigile del fuoco, si è visto respingere l’istanza per «una significativa carenza» d’organico nella sede di Udine a cui si sommano una «serie di criticità relative all’organizzazione del servizio di soccorso tecnico urgente e della presenza in servizio di sei unità parzialmente inabili impossibilitate a far parte delle squadre di soccorso».
Ma l’uomo, assistito dall’avvocato Guido De Santis, ha contestato tali motivazioni, sottolineando il fatto che, «trattandosi di un vigile del fuoco generico, senza alcuna particolare qualifica, non sarebbe risultato indispensabile in considerazione della fungibilità delle sue mansioni».
Forte delle sue convinzioni, l’uomo si è rivolto al Tar Fvg, con il suo ricorso che però è stato respinto. Si è quindi indirizzato al Consiglio di Stato che, in sezione terza, ha accolto l’appello del vigile del fuoco riconoscendo da un lato le necessità di una persona che assiste con continuità un parente colpito da handicap, dall’altro il fatto che a fronte di una carenza di organico per il comando di Udine pari all’8,42%, la sede più vicina a Palermo, quella di Agrigento, non sia messa molto meglio, con una carenza certificata del 7,32%.