Anche lui è stato “rapito” da Keinan Davis. Ed è convinto che l’Udinese possa trovare un equilibrio col 3-4-1-2. Alessandro Piu, da attaccante, analizza le dinamiche legate al suo reparto. Il giocatore friulano cresciuto nell’Empoli va però oltre e legge l’incontro di lunedì del Castellani, dove si affrontano la squadra con cui ha esordito in Serie A e il club della sua terra. «Dopo tre sconfitte di fila mi aspetto di vedere i bianconeri aggressivi e propositivi: così bisogna andare a caccia dei tre punti», sostiene il 28enne, attualmente alla Pergolettese in Lega Pro.
Piu, partiamo dagli inizi: Gonars e poi il trasferimento in Toscana.
«All’inizio feci qualche provino, quindi mi trasferii definitivamente nel vivaio dei biancazzurri. Al tempo ci fu anche un contatto con l’Udinese, la squadra che tifa mio papà. Preferii l’Empoli per il suo settore giovanile molto importante. Nel mio sviluppo è stato decisivo mister Mario Cecchi, che mi ha allenato per molti anni. Dal 2021 lavora come collaboratore tecnico di Simone Inzaghi nello staff dell’Inter. Mi sento spesso con lui».
A farla esordire in A nel 2015 a 19 anni Marco Giampaolo, ora tornato in corsa a Lecce.
«Mi fa piacere rivederlo. Ha una sua idea di gioco precisa, riuscirà a trasmetterla. Lavora bene tatticamente e coi giovani, che non ha problemi a lanciare. L’ha fatto anche a me, gli sono grato. Avevamo una buona squadra: Paredes, poi diventato campione del mondo, Zielinski, giocatore di una qualità infinita. Ha destro, sinistro, un primo controllo incredibile. Sono ancora in contatto con lui. Sono tifoso dell’Inter, sono andato a vederlo e mi ha regalato la sua maglia».
Empoli e Udinese che si affrontano lunedì sono un po’ le sorprese del campionato.
«L’Empoli lo seguo sempre, in particolare la scorsa stagione quando c’era Caprile, mio compagno di squadra alla Pro Patria. Il gruppo è cambiato tanto, eppure sta andando forte. I giovani giocano in maniera spensierata. Pellegri si sta riproponendo ad alto livello dopo un’annata difficile. In tutto questo D’Aversa è stato bravo. L’Udinese? Da piccolo ogni tanto andavo allo stadio. Vedo una formazione capace di ottenere buoni risultati. Ho seguito la gara con l’Atalanta, mi ha impressionato Davis: come fa salire la squadra! È forte fisicamente e poi a 26 anni ha ancora margine di crescita».
Il gruppo di Kosta Runjaic deve ripartire subito forte dopo tre ko di fila?
«Deve essere aggressivo e propositivo per andare a caccia del successo. Se metti pressione, induci l’avversario all’errore. Non sarà facile ripartire dopo la sosta, ma adesso si va verso un lungo periodo senza più una pausa e bisogna pensare a conquistare più punti possibili. Quello di lunedì è come se fosse uno scontro diretto, che sarà giocato sul piano dell’agonismo».
Da attaccante pensa che l’Udinese possa “reggere” il 3-4-1-2 con Thauvin a supporto di Lucca e Davis?
«Si può trovare l’equilibrio, anche Thauvin e Lucca stanno facendo bene. E non dimentichiamoci che manca ancora Sanchez, che aspettiamo».
Piu, dopo la Serie A e la B, tanta Lega Pro. Cosa si aspetta a 28 anni?
«Di stare bene fisicamente: non ho mai disputato una stagione da 38 gare, ho spesso lottato con i problemi fisici. A Spezia mi limitò un infortunio alla caviglia, poi tornai a Empoli in B con Donnarumma e Caputo che giocavano alla grande. Nel mio ruolo basta una stagione per far svoltare la carriera: spero sia arrivato il momento giusto».