«Non possiamo catalizzare l’attenzione sulla violenza contro le donne, classificandola dal punto di vista etnico. La maggior parte di queste avviene in famiglia e deriva da legami affettivi, che nulla c’entrano con il fenomeno dell’immigrazione».
A pochi giorni dalla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, l’assessora alle politiche educative Cristina Piva replica alle dichiarazioni del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara, che in occasione della presentazione della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, la giovane studentessa uccisa dal suo ex fidanzato padovano, ha ridimensionato il concetto di patriarcato e attribuito ai fenomeni di immigrazione clandestina l’incremento dei femminicidi.
La stragrande maggioranza di questi, invece, numeri alla mano, viene commessi da mariti, compagni o ex.
Dichiarazioni che hanno provocato la reazione anche della sorella di Giulia Cecchettin, e che non hanno lasciato indifferenti le assessore della giunta Giordani.
«È incredibile come un ministro della Repubblica si presenti a un incontro dedicato a una povera ragazza uccisa dal suo ex fidanzato, nel giorno dell’anniversario in cui è stato trovato il corpo e davanti a suo padre, approfittando per fare politica», prosegue Piva. «Ritengo sia gravissimo, così come lo sono i femminicidi, per certi versi più della violenza casuale a cui forse voleva far riferimento Valditara».
Sulla stessa linea l’assessora al sociale Margherita Colonnello, che insieme a Piva e ai rappresentanti di tutto quel pezzo del sociale che si occupa di violenza contro le donne, hanno presentato le iniziative in vista del prossimo 25 novembre.
Colonnello, tra l’altro, ha vissuto in diretta l’intervento del ministro Valditara, perché era a Roma per partecipare all’evento: «Incredibile come sia stato l’unico a spezzare quel profondo senso di unità che c’era in quel luogo. C’erano esponenti politici di tutti i partiti e, come accade raramente, tutti stavamo condividendo la stessa sensibilità, mentre lui si è presentato, in videoconferenza, utilizzando parole divisive e fuori luogo. Spero solo che questa polemica non oscuri quell’unità che abbiamo respirato tutti e che ci sia più responsabilità da parte delle istituzioni quando vengono affrontati certi temi».
Martedì sono stati presentati gli eventi per la giornata contro la violenza sulle donne in programma lunedì prossimo.
Tra questi spiccano sicuramente quelli previsti nelle scuole. Si segnala, in particolare, “Come ne parlo in classe? Prevenzione a scuola della violenza maschile contro le donne”, in programma martedì 26 novembre dalle 17.30 alle 19 al Liceo Modigliani.
Domenica alle 10, invece, al Parco Venturini, il Centro Veneto Progetti Donna, in collaborazione con Amissi del Piovego e Lottodognimese, organizza la “Vogata in rosso”: una passeggiata contro la violenza sulle donne in contemporanea alla vogata sul canale Piovego con brevi soste per ricordare i nomi e le storie di ciascuna vittima di femminicidio di Padova e Provincia.
E poi ancora: lunedì 25 novembre, dalle 11 alle 20, il Baby pit stop al piano terra di Palazzo Moroni ospiterà l’installazione sonora “La voce delle donne”, un’iniziativa aperta a tutte le donne e le ragazze che desiderino liberare la propria voce, incontrando, in assoluto anonimato, la musicoterapeuta Alessandra Cavuto.
Per tutta la giornata saranno poi presenti punti informativi sui servizi rivolti alle donne vittime di violenza: sul Liston, davanti a Palazzo Moroni, a cura del Centro Veneto Progetti Donna – Centro Antiviolenza e della Croce Rossa Italiana comitato di Padova; in via Roma allestito dalla Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo. Nel pomeriggio, sempre sul Liston, davanti a Palazzo Moroni, flash mob, dalle 16 alle 18, organizzato da Cgil Padova.