Manca davvero poco. Alle ore 17 di oggi mercoledì 20 novembre l’Italia della Billie Jean King Cup scenderà in campo. Le azzurre cercheranno il quinto sigillo su sette finali (nessuna Nazione ne ha conquistate così tante negli anni 2000). L’ultima disputata (e persa) risale allo scorso anno quando le ragazze guidate da Tathiana Garbin si sono arrese al Canada. Prima di arrivare però all’ultimo atto, le tenniste italiane avevano raccolto quattro vittorie. Tre a Siviglia, sede delle finali di Billie Jean King Cup 2023, e la prima in assoluto a Bratislava, in Slovacchia. Faticando ma spuntandola al doppio decisivo 7-5 al terzo set.
Ed è ora che il cerchio si chiuda. Un anno e mezzo dopo quest’ultima sfida ecco di nuovo la Nazionale slovacca che si pone questa volta tra l’Italia e il titolo mondiale. Nonostante l’ultimo testa a testa sorrida all’Italia, la Slovacchia guida 2-1 nei confronti diretti contro le azzurre. Il primo scontro risale alla semifinale del 2002 e lì il team guidato dalla numero 1 Daniela Hantuchova sconfisse l’Italia 3-1, per poi intascarsi la loro prima e unica Fed Cup (come si chiamava al tempo). Più nell’ombra, invece, il secondo head to head tra le due nazionali. Nel 2017 fu sempre la Slovacchia a vincere lo scontro (3-2) e si trattava del primo turno del Gruppo II di Fed Cup: uno dei momenti più bassi della storia della nazionale femminile italiana che fu poi costretta a giocare contro Taipei i play off per rimanere nella “Serie C” della competizione. Ma era anche l’inizio di un nuovo ciclo: ci fu infatti l’ultima partita in azzurro di Francesca Schiavone, l’esordio in panchina di Tathiana Garbin e quello in campo di Jasmine Paolini. Insomma, se non è destino questo…
Adesso ci si gioca molto di più: il titolo mondiale. Prime a scendere in campo saranno Viktoria Hruncakova opposta a una tra Lucia Bronzetti ed Elisabetta Cocciaretto. Avendo vinto il singolare in semifinale contro Magda Linette, è molto probabile che sia la tennista romagnola la prescelta della capitana. Tra lei e Hruncakova – che nel marzo del 2019 ha raggiunto la 43esima posizione nel ranking WTA, ma ora è 238 – non esistono testa a testa (mentre Cocciaretto ha perso due volte contro la slovacca).
Poi sarà il turno di Jasmine Paolini, che se la vedrà con chi la 43esima piazza al mondo la ricopre proprio ora: Rebecca Sramkova. Le due si sono scontrate ben sei volte in carriera ed è la slovacca a guidare 4-2 nei precedenti. I primi cinque, però, sono tutti datati (due nel 2016, poi 2017, 2018 e 2019) e non ha senso prenderli in considerazione. L’ultimo risale al giugno dello scorso anno (vinto da Jas 6-3 6-4), ma si giocava su terra rossa. Quindi, la versione di Jasmine Paolini top player Rebecca Sramkova non l’ha ancora sfidata.
Sarà dunque la tennista toscana a partire con i favori del pronostico, ma la slovacca – che si trova nel miglior momento della carriera, dato che dal post-US Open ha conquistato due finali WTA a Monastir e Jiujiang e un titolo a Hua Hin – non sembra avere paura. “Paolini è migliorata molto, ma anche io lo sono” – ha risposto Sramkova a una domanda del Direttore Ubaldo Scanagatta, in conferenza stampa post-vittoria in semifinale sulla Gran Bretagna. Qui urge una massima sinneriana: “Vedremo”.
Per quanto riguarda il doppio, la nostra scelta è d’obbligo: Jasmine Paolini in coppia con Sara Errani, divenuta l’italiana più vincente con indosso la maglia azzurra (28 vittorie per lei). Il tandem avversario, invece, è composto sempre da Viktoria Hruncakova – best ranking al numero 27 di specialità, 5 titoli WTA e la semifinale allo US Open nel 2019 – e Tereza Mihalikova, ex 42 al mondo in doppio e vincitrice di un 250 nel circuito maggiore.
E pure in quest’ultimo scontro l’Italia sembra partire con un passo avanti figlio del blasone della coppia Errani/Paolini, la quinta al mondo nelle classifiche WTA. Sarebbe però meglio chiudere i discorsi già dopo i singolari visto che le competizioni a squadre – si sa – sanno riservare sorprese e sono traghettate da un misto di emozioni, incertezza e bravura. Dunque, come sempre, sia il campo a emanare il verdetto definitivo.