La sconfitta subita nel doppio decisivo da Carlos Alcaraz e Marcel Granollers – un 7-6 7-6 contro Wesley Koolhof e Botic Van de Zandschulp – ha condannato la Spagna all’eliminazione nei quarti di finale di Coppa Davis, mentre i Paesi Bassi hanno potuto festeggiare l’accesso in semifinale per la seconda volta nella loro storia, a 23 anni di distanza dalla prima. Ciò ha ovviamente significato anche l’ufficialità del ritiro di Rafael Nadal, leggenda del tennis mondiale che è stata giustamente celebrata in conferenza stampa da capitan David Ferrer – che contro Rafa ha anche giocato l’unica finale Slam della sua carriera (Roland Garros 2013) – e dai compagni Alcaraz e Granollers.
Domanda per Alcaraz: Ti consideri l’erede di Nadal ora che si è ritirato?
Alcaraz: “Penso Rafa sia stato uno dei più grandi ambasciatori del nostro sport, ha lasciato al tennis un’eredità che non terminerà mai. È stata un presenza importante la sua non solo per il tennis, ma per lo sport in generale. È un momento difficile, quantomeno per me, e sarà quasi impossibile per me replicare quanto di buono ha fatto lui in oltre vent’anni di carriera. È anche grazie a lui se il tennis oggi è uno degli sport più seguiti a livello globale. Per me è stato un onore vivere e, in parte, giocare al tempo di Rafa”.
Domanda per Ferrer: Quando hai scelto di optare per Nadal in singolare? Ci sono stati momenti di esitazione?
Ferrer: “Ho deciso alla vigilia che avrebbe giocato Rafa in singolare perché in allenamento stava dando segnali incoraggianti. E al contempo avevo stabilito che in doppio sarebbero scesi in campo Marcel [Granollers, n.d.r.], uno dei doppisti più forti del mondo, con Carlos [Alcaraz, n.d.r.]. Non è stato facile perché c’erano diverse alternative, avrei anche potuto schierare Roberto [Bautista Agut, n.d.r.] in singolare. Ma alla fine ho optato per affidarmi a Nadal”.
Domanda per Alcaraz: È stato particolarmente difficile giocare consapevole della fine imminente della carriera di Nadal?
Alcaraz: “Ho assistito ai primi tre game del match di Nadal, ma ero nervoso e ho preferito andare via subito per riscaldarmi al meglio in vista della mia partita. Se fossi rimasto fino alla fine non sarei stato in grado di farmi trovare pronto quindici minuti dopo contro Griekspoor. Ho semplicemente cercato di concentrarmi su me stesso e sul mio tennis. Ci tenevo a fare bene anche per Rafa, quindi era per me importante giocar bene e dare tutto per la squadra. Ho cercato per quanto possibile di non pensare a Nadal e al suo ritiro e di focalizzarmi sulla competizione, cercare di vincere singolare e doppio per avanzare in semifinale. C’era sicuramente una pressione maggiore del solito, ma credo di essere riuscito ad esprimere un buon tennis e di non lasciarmi condizionare, al di là del risultato finale”.
Domanda per Ferrer: Hai sofferto, da capitano, la pressione di dover scegliere anche per Nadal?
Ferrer: “Non è stato difficile, in fin dei conti sono il capitano di questa squadra e sono abituato ad assumermi la responsabilità delle mie scelte. I Paesi Bassi sono un’ottima squadra e anche la competizione in sé è complessa con questo formato. Il campo è più rapido rispetto a come sono di solito nel tour, ma questa non è una scusa perché loro hanno meritato il passaggio del turno. Lo sport è così: ovviamente ora siamo delusi perché non siamo riusciti a vincere davanti al nostro pubblico, ma personalmente sono fiero dei miei giocatori. Hanno dato l’anima, hanno combattuto fino alla fine. Ora dobbiamo accettare il risultato”.
Domanda per Alcaraz: Cosa ti porterai dietro dall’esperienza di questi giorni?
Alcaraz: “È stata una nuova esperienza per me. Avevo già giocato la Coppa Davis in passato, ma non ero mai trovato a scendere in campo sullo 0-1, quindi in una situazione da dentro o fuori. In singolare ho cercato di fare quello che poi sono riuscito a fare, ossia vincere per pareggiare i conti e rimandare il verdetto al doppio. Sicuramente giocare in singolare con questa ulteriore pressione è stata un’esperienza che mi aiuterà molto in futuro. Poi c’è stato il doppio e anche lì sicuramente giocare una serie di punti decisivi è stata un’esperienza che mi terrò dentro per le prossime occasioni. Inoltre, anche solo poter giocare a casa davanti al pubblico spagnolo è per me un grande onore visto che durante l’anno non capita così spesso per noi tennisti. Ricorderò questi giorni per il resto della mia vita”.
Domanda per Granollers: Quali sono le tue sensazioni in questo momento?
Granollers: “È stata una notte dura, non è stato facile. Per quanto riguarda il doppio, non abbiamo giocato male: il primo set è stato molto combattuto e si è deciso per pochi dettagli. Abbiamo parlato con Carlos di alcuni momenti in cui avremmo potuto fare meglio, poi c’è stato quel vantaggio nel secondo set che non siamo riusciti a mantenere fino in fondo. Fa male per Rafa: mi vengono in mente tanti bei momenti, ho vissuto molto vicino a lui sin dagli esordi. Devo togliermi il cappello dinanzi a lui e a tutto quello che ha realizzato. Non volevamo che arrivasse il momento per lui di ritirarsi, è una leggenda del tennis spagnolo. Avremmo voluto regalargli questa Coppa Davis, ma non è stato possibile. Lo ringraziamo per come ha condotto la sua carriera e per i valori che ha trasmesso a tutti noi”.