Il rapporto fra la Ferrari e Las Vegas è cambiato drasticamente a seconda delle epoche. È molto buono, se guardiamo all’attuale versione dell’appuntamento. Cionondimeno, nell’iconografica città del Nevada si è già corso negli anni ’80, seppur nel surreale contesto del parcheggio del Caesars Palace, uno dei casinò più famosi della Capitale Mondiale dell’Intrattenimento. Andiamo, però, in ordine cronologico.
Nelle qualifiche del 1981, l’indomabile Gilles Villeneuve issò la sua bizzosa 126 CK in seconda fila. Dopodiché, in gara, si batté come un leone sino al ritiro per un problema all’iniezione. Viceversa, il compagno di squadra Didier Pironi visse un weekend incolore a causa di magagne meccaniche di ogni tipo. Il francese riuscì a vedere la bandiera a scacchi, ma mestamente nono e a due giri dal vincitore Alan Jones.
Nel 1982 andò anche peggio. Mario Andretti e Patrick Tambay si qualificarono in quarta fila. Però il transalpino, afflitto da acuti dolori al collo provocati da un’ernia, non prese neppure il via. Il leggendario italo-americano si barcamenò tra la quinta e la settima piazza sino a quando la rottura di una sospensione sulla sua 126C2 lo obbligò a fermarsi.
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Completamente differente, viceversa, la prima esperienza nel nuovo Gran Premio di Las Vegas, quello disputato nel 2023. Addirittura in qualifica la Rossa monopolizzò la prima fila (Charles Leclerc primo e Carlos Sainz secondo). Dopodiché, in gara il monegasco si fregiò della piazza d’onore, prendendosi il lusso di battagliare con le imbattibili Red Bull dello scorso anno. Lo spagnolo si attestò, invece, al sesto posto.