Attività ambulatoriali e di sala operatoria a rischio, per tutta la giornata di mercoledì 20 novembre, a causa dello sciopero di 24 ore del personale medico, infermieristico, veterinario, sanitario, tecnico e amministrativo del Servizio Sanitario Nazionale. A proclamare l’astensione, i sindacati autonomi Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up, che sottolineano come i principali motivi della protesta sono i contratti di lavoro, inadeguati rispetto ai tassi di inflazione e al costo della vita, e la necessità di un piano di assunzioni per sopperire alla carenza di personale.
A monte, però, «serve rendere di nuovo attrattiva la professione» specifica Luca Barutta, segretario di Anaao Assomed per il Veneto.
Per far fronte alla giornata di protesta del personale, le Usl 3 e 4 hanno previsto il contingentamento minimo del personale previsto in caso di sciopero, in modo da garantire i servizi essenziali tra cui, ovviamente, le urgenze.
Barutta è fiducioso e sottolinea come le aspettative sono buone, visto che già lo scorso anno l’adesione da parte dei medici era stata soddisfacente. Nel corso di questi 365 giorni, d’altronde, poco è cambiato: gli stipendi sono gli stessi, le aggressioni in corsia non sono mancate, i dipendenti negli ospedali hanno arrancato a fronte dell’emorragia di personale, con sempre più dimissioni volontarie.
Stellina Piscitelli, coordinatrice di Nursing Up Venezia, sottolinea come, proprio in virtù della carenza di personale sarà difficile scioperare: «Sono pochi i reparti in cui gli operatori superano il numero minimo di sciopero, anche questa è una conseguenza del vuoto organico: con pochi dipendenti, anche protestare e difendere i propri diritti diventa ovviamente difficile» conclude.