Un Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne, per monitorare il fenomeno, capirne a fondo cause e meccanismi e mettere così in piedi le iniziative giuste per contrastarlo. È questo l’oggetto di una proposta di legge - a prima firma della capogruppo del Pd Vanessa Camani, ma sostenuta trasversalmente da tutte le forze politiche - approvata martedì 19 novembre in Consiglio regionale.
Un bel segnale di unità, insomma, un fronte unito contro ogni odiosa forma di discriminazione e violenza che ancora oggi colpisce le donne.
Una seduta con momenti di di grande intensità emotiva, come quando la consigliera Silvia Cestaro, della Lega, prendendo la parola ha rivelato in lacrime di aver vissuto sulla propria pelle la violenza di genere.
Ma, purtroppo, non sono mancati neanche martedì i distinguo. Dopo che anche la presentazione della fondazione Giulia Cecchettin, avvenuta lunedì a Roma, è stata appannata dalle affermazioni del ministro Valditara - per cui la “lotta ideologica al patriarcato” sia inutile - l’indomani in Consiglio regionale non sono mancate le polemiche per l’intervento di Stefano Valdegamberi, consigliere del gruppo Misto.
Prendendo la parola in Aula, ha affermato che l’iniziativa non sarà veramente un Osservatorio contro la violenza di genere, ma - citando proprio il ministro dell’Istruzione - un «luogo ideologico». Valdegamberi ha poi parlato di violenza contro gli uomini, citando casi su casi di «padri separati che subiscono ricatti quotidiani da parte delle ex mogli che mettono in mezzo i figli» e li umiliano, facendo su di loro violenza psicologica.
Non solo, il consigliere ha anche detto: «Non possiamo criminalizzare una parte e beatificarne un’altra, cinque milioni di uomini ogni anno subiscono violenze».
A queste parole diversi consiglieri hanno lasciato l’Aula: non solo quelli di opposizione, ma anche diversi di maggioranza. Del resto tutti i gruppi si sono espressi a favore: alla fine i voti favorevoli sono stati 41, zero i contrari e gli astenuti e dieci gli assenti, tra cui proprio Valdegamberi.
«Abbiamo deciso di uscire perché è inaccettabile che di fronte a un provvedimento che vede (e raramente succede) l’unità di tutto il Consiglio regionale ci sia di nuovo questa retorica. C’è un problema culturale che dobbiamo affrontare, con strumenti che a loro volta devono essere culturali», ha commentato la relatrice della proposta di legge, la dem Chiara Luisetto.
Accusando poi anche il ministro Valditara di aver fatto passi indietro con le sue dichiarazioni. Camani da parte sua - ringraziando «i colleghi che sono usciti dall'Aula, tranne i rappresentanti di Fratelli d'Italia, prendendo le distanze dalle dichiarazioni di Valdegamberi» - poi ha aggiunto: «Oggi il Consiglio regionale, uscendo per la stragrande maggioranza mentre Valdegamberi parlava, ha dimostrato che c’è una parte maggioritaria che non la pensa né come lui né come Valditara».
E ancora: «La sottoscrizione da parte di molte colleghe e colleghi del provvedimento dimostrano l’unità. E questo è un insegnamento che ci ha lasciato Gino Cecchettin, il quale ci ha spiegato che non si può sostituire a una guerra, quella degli uomini contro le donne, un altro terreno di conflitto. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva».
Lato maggioranza, il capogruppo leghista Villanova, anche lui tra coloro che hanno abbandonato l’Aula, ha commentato: «Su un tema come questo, non ci sono e non ci possono essere dubbi o distinguo. Il voto favorevole era una questione più morale che politica. Come uomo, come padre di due bambine, sono orgoglioso del voto odierno sull'Osservatorio: ogni strumento può essere utile. Purtroppo non passa giorno senza che i media riportino la notizia di una aggressione o anche solo una minaccia: c'è tantissimo da fare, a partire dai ragazzi nelle scuole».
Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucas Pavanetto, ha confermato l’endorsement al provvedimento: «Abbiamo firmato subito questa proposta di legge. Con questo Osservatorio possiamo mettere in campo azioni mirate, che ci mantengano indirizzati verso il vero obiettivo, che è quello di educare le persone».
Sulle parole di Valditara però ha sottolineato: «Relegare tutto al patriarcato, in una realtà dove tra quote rosa, iniziative per la parità e partecipazione, si sta cercando di equilibrare il sistema, penso faccia perdere di vista il focus». Diverso, invece, il giudizio della consigliera pentastellata Erika Baldin: «L'intervento di Valditara non è commentabile: inopportuno e di una pochezza disarmante, oltre che politicamente distante dalla realtà».
Al di là delle dichiarazioni politiche, un momento particolare della sessione in Aula è arrivato quando ha preso la parola la consigliera leghista Silvia Cestaro. «Io questa cosa l’ho vissuta da ragazza, so cosa vuol dire la violenza», ha detto non riuscendo a trattenere le lacrime.
«Arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino, da chi dovrebbe difenderti. E non c’è una rete di protezione. Ti senti in colpa, ti senti impura», ha aggiunto, commossa. Per poi concludere: «Immagino che anche Giulia, quando ha parlato con i suoi, abbia provato a chiedere aiuto, ma spesso si banalizza il tutto. Si dice che i ragazzi si comportano così perché innamorati. Non è così. Sono egoisti, ritengono che tu sia un loro oggetto. E questo non dipende dalla famiglia in cui sono cresciuti, può capitare a chiunque».
Durante tutta la giornata non sono mancati i riferimenti all’impegno di Gino Cecchettin per il contrasto alla violenza di genere. Tanto che Camani, insieme alla collega della Lega Milena Cecchetto, ha pensato di istituire il ruolo di presidente onorario dell’Osservatorio e di chiedere proprio a lui di ricoprirlo.
«Abbiamo pensato a una personalità che si è particolarmente contraddistinta in Veneto nel percorso di sensibilizzazione: ovviamente l’azione che Gino Cecchettin ha messo in campo quest’anno è prioritaria, è riuscito a trasformare un dolore lacerante in un patrimonio comune per la sua comunità. Gli chiederemo di farci questo onore», ha la capogruppo dem.