Uno sfregio a un’iscrizione del II secolo d.C., la più antica, detta di Respectus, presente sulla strada romana (a pochi metri dal valico, quasi all’imbocco della stradina che conduce alla casera di Collinetta) che da Timau saliva verso Monte Croce Carnico. Questa è l’ipotesi sul quale sono in corso verifiche a Paluzza. La scritta, incisa su roccia, indica nel 157 d. C. i lavori di ristrutturazione della strada. I Romani modificarono più volte il tracciato per problemi di frane e tratti pericolosi (vi sono altre due epigrafi successive in territorio italiano e altrettante in Austria). L’imprenditore di Arta Terme Massimo Peresson sabato scorso, percorrendo l’antica via romana, ha scorto un’anomalia nell’iscrizione (nota con le altre due per il progetto Interreg “Via Iulia Augusta” di vari anni fa).
«Una parte rettangolare della scritta – segnala Peresson – è stata proprio scalpellinata, si vede il taglio della roccia, che è più chiara, è evidente che si tratta di un intervento recente. Per me è un gesto di protesta, di oltraggio. Si tratta di un reperto storico importante. Ho segnalato il danno al presidente del museo, Luca Piacquadio, a Massimo Mentil e a Matteo De Cecco, responsabile delle tre malghe Collina, Collinetta e Val di Collina. L’iscrizione parla di interventi nella manutenzione e di modifica della strada».
«L’iscrizione, la più antica delle tre – premette il direttore del museo della Grande Guerra e storico appassionato, Piacquadio – indica che la strada era stata messa in sicurezza. I Romani cambiarono il tracciato tre volte, suggeriscono le iscrizioni. Facevano queste scritte, quando finivano i lavori, in pratica erano l’Anas dell’epoca. Ringraziamo Massimo Peresson per la segnalazione, dalle sue immagini sembra intravedersi una specie di scalpellinata, che io non ricordo ci fosse sull’epigrafe, ma è necessario sia un esperto a dirlo. Questa settimana viene qui, per altri motivi, un consulente storico della Soprintendenza, lo accompagno in loco per appurare se vi sia stato uno sfregio. Spero tanto di no. Siamo in attesa di verifiche con gli enti competenti. Sicuramente quella scritta, che è molto usurata da tempo, andrebbe tutelata in maniera diversa».
De Cecco, che è anche presidente del circolo culturale Enfretors di Paluzza assicura: «La scorsa estate non c’erano danni all’epigrafe, sto cercando le foto che avevo scattato per confrontarle con quelle di Massimo Peresson. Spero tanto che il confronto non confermi la segnalazione. L’anno scorso ho insistito col Comune (che ha ottenuto 200 mila euro per valorizzare la via romana e le scritte) affinché mettessero lì un plexiglass antisfondamento frontale, ma non mi hanno dato retta». —