La pessima partenza in campionato, 10 punti nelle prime 12 giornate, costa cara ad Alberto Gilardino. Il Genoa lo ha esonerato a metà della sosta di novembre, scelta irrituale almeno nei tempi, per prendere al suo posto il francese Patrick Vieira, reduce da una stagione di mezza classifica con lo Strasburgo in Ligue1. Un fulmine a ciel sereno, considerata la situazione di precarietà economica in cui versa il club ligure e tornando alle rassicurazioni recenti del presidente Zangrillo sulla volontà di continuare ad affidarsi a Gilardino.
Contro il Cagliari alla ripresa non ci sarà lui in panchina, nonostante prima dello stop per le nazionali il Grifone avesse messo insieme 4 punti in due gare, dando qualche segnale concreto di risveglio. La situazione, insomma, non appariva così compromessa da giustificare il licenziamento. Hanno pesato, però, anche le divergenze già insorte sul finale di mercato quando la squadra è stata privata di Retegui dopo aver già perso per cessione il portiere Martinez e il gioiellino islandese Gudmundsson. Poi l'arrivo di Mario Balotelli su cui in società c'è stato ampio dibattito.
Gilardino è il quarto allenatore della Serie A ad essere esonerato in queste stagione dopo (in ordine temporale) De Rossi, Juric - entrambi alla Roma - e Gotti. Viera, Giampaolo a Lecce e Ranieri a Roma prenderanno in mano le squadre proprio a partire dalla 13° giornata con l'obiettivo di migliorare il passo dei predecessori.
La storia dice che spesso le cose sono andate diversamente. Nel 2023/2024, ad esempio, nessuna delle 9 squadre che ha cambiato guida tecnica in corso d'opera ha raggiunto il risultato che voleva. In due casi (Salernitana e Sassuolo) non è servito nemmeno ricorrere a quattro tecnici differenti per evitare la retrocessione in Serie B. Anche Napoli (Garcia-Mazzarri-Calzona) e Lazio (Sarri e Tudor con interregno di Martusciello dopo le dimissioni del titolare) sono rimaste lontane da quanto speravano.