Sono “appena” cinque le occasioni in cui Italia e Argentina si sono affrontate nella loro storia in Coppa Davis. La storia della competizione non sempre ha dato modo alle due selezioni di arrivare a confrontarsi, un po’ per gli incroci sfortunati del tabellone, un po’ perché le due squadre sono state forti in momenti differenti. In sintesi, spesso quando c’era l’Italia nel World Group non c’era l’Argentina e viceversa, fin quasi alla fine del periodo che ha preceduto la ben più che chiacchierata riforma del 2018.
Il primo incontro, però, coincide con un momento particolare della storia del tennis italiano. Foro Italico di Roma, 1983: c’erano i quarti di finale dall’8 al 10 luglio. Adriano Panatta ormai non era più quello dei tempi migliori, ma volle provarci un’altra volta, l’ultima, di fronte al pubblico con il quale ha sempre avuto il più grande dei feeling. Quell’Argentina, però, era fortissima. Non soltanto perché c’era Guillermo Vilas, fuor di dubbio il miglior giocatore della storia del Paese, ma anche a causa della presenza di un numero 2 validissimo, Josè Luis Clerc, uno da due semifinali consecutive al Roland Garros nel 1981 e 1982, capace di arrivare fino al numero 4 del mondo. Fu così che il sole di Roma accolse Panatta e Vilas in campo, ma Adriano ormai era l’ombra di quel che fu. Finì 6-2 6-2 6-1, e come lui stesso ha spesso raccontato quel giorno diede letteralmente via le racchette. Tornò il giorno dopo in doppio, con Clerc che nel frattempo aveva battuto Corrado Barazzutti in cinque set, e la coppia Vilas/Clerc finì l’opera contro Panatta e Paolo Bertolucci in tre. Finì 5-0.
Per rivedere le due squadre contro ci vollero 31 anni. Uno degli uomini del 1983, Barazzutti, c’era ancora, da capitano non giocatore (l’altro era Martin Jaite, valido giocatore tra Anni ’80 e ’90), ma ovviamente tutto l’ambiente era cambiato. Si giocò a Mar del Plata, con Andreas Seppi che perse malissimo nel match d’esordio con Carlos Berlocq (4-6 6-0 6-2 6-1). Fabio Fognini replicò all’istante con Juan Monaco (7-5 6-2 6-2 contro un avversario lontano dai picchi di pochi anni prima). Il ligure cominciò un weekend spettacolare: insieme a Simone Bolelli portò a casa in quattro set il doppio contro Eduardo Schwank e Horacio Zeballos e, poi, s’impose in quattro anche su Berlocq.
Nel 2016, invece, il confronto arrivò in Italia e ai quarti di finale. Si giocò a Pesaro, al Circolo Tennis Baraloff, in una situazione per certi versi particolare. Giocò Seppi nel primo singolare, ma perse da Federico Delbonis, mentre Fognini ribatté Monaco esattamente come due anni fa. Momento decisivo in doppio, con Juan Martin del Potro (schierato solo in quell’occasione perché si stava riprendendo da qualche guaio fisico) e Guido Pella che riuscirono a superare in cinque set Fognini e Paolo Lorenzi, un doppio praticamente inedito dato che in quella specifica formazione l’Italia non aveva una coppia effettiva. Il ligure fu poi sconfitto ancora da Delbonis, e sempre in quattro set: l’Argentina andò poi a vincere l’Insalatiera con annessa rimonta di del Potro nel terzo singolare contro Cilic nella finale Croazia-Argentina (il lavoro lo finì Delbonis su Karlovic).
Nel 2017, perciò, l’Italia andò ad affrontare l’Argentina che aveva il titolo in mano. Era un’Argentina, però, che Delpo non ce l’aveva, e questo girava di nuovo la questione in favore della squadra azzurra. Dentro Paolo Lorenzi nel primo singolare: travolse Pella con un triplo 6-3. Seguì il 2-0 firmato in quattro parziali da Seppi su Berlocq, ma il giorno dopo Bolelli e Fognini furono beffati nel tie-break del quinto set (finito 9-7) da Berlocq e Leonardo Mayer. Meno di 24 ore dopo Berlocq riuscì a sconfiggere Lorenzi anche stavolta in cinque set; toccò così a Fognini risolvere la questione. E col brivido, perché con Pella finì sotto di due set, salvo poi rimontare: 2-6 4-6 6-3 6-4 6-2 e primo turno superato.
Il 2022, invece, vide il primo confronto dalla modifica del format, con i gironi a precedere le Finals a eliminazione diretta. All’Unipol Arena di Bologna Matteo Berrettini non si fece problemi a battere 6-3 6-2 Sebastian Baez, mentre Jannik Sinner, arrivato dagli sforzi degli US Open (con la sconfitta in cinque ore e mezza contro Carlos Alcaraz ai quarti), riuscì a superare per 7-5 1-6 6-3 Francisco Cerundolo. Bolelli e Fognini persero poi in tre parziali da Maximo Gonzalez e Horacio Zeballos, ma il più era ormai fatto.