Nel cuore di Borgo Castello esiste una stanza in cui si respira un’aria antica e ricca di storia, fatta di ricordi e suggestioni: la stessa che si coglie passeggiando in certe strade di Gorizia.
È il regno di Beniamino Lo Re, 76 anni, 62 dei quali dedicati al mestiere di rigattiere e tappezziere, esercitato per la maggior parte nel negozio di via delle Monache. Un lavoro alimentato da una forte passione per gli oggetti d’epoca: «Andavo a svuotare le cantine e le soffitte – racconta – e trovavo gli attrezzi di una volta da cui rimanevo affascinato». Quei cimeli Beniamino finiva spesso per acquistarli, per poi riesporli nei vari mercatini regionali in cui capitava di stringere amicizia con altri piccoli mercanti.
Due anni fa la scelta di andare in pensione e, nel giugno 2023, l’idea di allestire un piccolo museo con i pezzi migliori in via Rastello 55. Lì oggi è possibile ammirare appunto i ferri di mestieri antichi, non del tutto dimenticati ma sicuramente meno diffusi di un tempo. Otto le sezioni in cui è organizzato lo spazio: “calzolaio”, “barbiere”, “falegname”, “campagnolo”, “sarto”, “tappezziere e rigattiere”, “fabbro” e “osteria”. «Gli attrezzi che si trovano qui – specifica Beniamino - sono tutti fatti a mano dagli artigiani e dai lavoratori di una volta».
Tra gli articoli più curiosi e insoliti ci sono un pezzo del binario del vecchio tram di Gorizia (in funzione dal 1909 al 1935), un antico bidone per latte da spalla proveniente dalle montagne friulane, dei cucchiai appartenenti al periodo austro-ungarico, un ferro da stiro a petrolio. E c’è anche un mobile del reparto “campagnolo” utilizzato per uno scopo inatteso: «Una volta non esisteva la morsa per il prosciutto e quando bisognava affettarlo si incastrava nel cassetto del mobile e si tagliava.
La collezione ha un forte valore sentimentale. Nella “bottega” del calzolaio spicca una grossa macchina appartenuta al padre scarpaio, che ha scelto di donargliela proprio poco prima della sua scomparsa. Nel museo, ancora in allestimento, anche un altro oggetto particolarmente caro a Beniamino: «Ho iniziato a lavorare da un rigattiere in Via Seminario nel 1962, qualche tempo dopo mi sono messo in proprio e una ventina di anni fa un mio amico ha acquistato quel locale ormai chiuso, poi mi ha regalato l’insegna originale con la dicitura “Tappezziere e rigattiere” in pieno stile austriaco.
Il pezzo per lui più importante non è però in mostra: si tratta di un vecchio posacenere di ceramica che ha aggiustato da bambino ed è ancora intatto dopo molto più di mezzo secolo. Nuovo è l’allestimento della vetrina dedicata al fratello Gigi Lo Re, recentemente scomparso - leggenda de “Le Tigri” di Gorizia e detentore del record mondiale di durata alla batteria -, in onore del quale sono esposte fotografie e articoli di giornale che decantano i suoi successi.
L’ex artigiano non è però da solo nella realizzazione del suo progetto: fondamentale l’aiuto dei figli nell’allestimento e nell’organizzazione, anche delle piccole cose, oltre alla preziosa mano di un amico che gli ha concesso l’utilizzo del centralissimo locale. Nonostante non abbia ancora aperto ufficialmente, il museo in Via Rastello attira tanti curiosi. «Vedono il mio numero sulla porta e mi chiamano per farsi aprire, o chiedono di poter dare un’occhiata quando mi trovano qui ad allestire - spiega –. Tanti arrivano dalla Slovenia perché sono molto interessati agli oggetti d’epoca e la voce gira. E sono passate anche delle scolaresche con dei bambini molto piccoli e pure studenti universitari». Grande, in particolare, l’interesse riscosso durante lo scorso Gusti di Frontiera con chiamate e visite continue tanti da curiosi, anche inglesi e tedeschi.
Non solo però attrazione per passanti e appassionati. La collezione di Beniamino ha anche arricchito il set cinematografico della produzione Rai La Rosa dell’Istria (2024) durante le riprese a Cividale del Friuli dell’ottobre 2023.
Al momento non si hanno certezze sulla data di apertura ufficiale del museo, ma l’idea è quella di accogliere i visitatori nei weekend, verosimilmente dalle 10 alle 12/12:30. Vi si potrà accedere in maniera completamente gratuita, con la fortuna tra l’altro di avere il curatore stesso come cicerone.