No alle ingerenze. Né da una parte, nè dall’altra. È questo il senso dell’intervento del sindaco Rodolfo Ziberna. Premette di non voler replicare «a chi, in rappresentanza di istituzioni slovene, ha criticato la decisione assunta a larga maggioranza dal Consiglio comunale di Gorizia, di non revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini».
Però, poi un ragionamento chiaro lo fa. «C’è chi, in Italia, pur apprezzando il mio antifascismo e la mia condanna a Mussolini, mi critica semmai per non aver chiesto una reciprocità oltreconfine nel condannare, da parte del Governo sloveno e del Comune di Nova Gorica, quel comunismo titino che appartiene, a pieno titolo, ai totalitarismi condannati dall’Europa e dell’Italia. Ricevo critiche anche per non aver chiesto altresì che venisse condannata la figura del Maresciallo Tito, responsabile a guerra finita della strage di migliaia di italiani, come peraltro di sloveni e croati. Ma non l’ho chiesto perché si sarebbe trattato, da parte mia, di un’intollerabile ingerenza. Spetta a loro valutare se e quando compiere questi passi, in linea con il pensiero e il modo di sentire europeo».
[[ge:gnn:ilpiccolo:14800436]]
«Del resto - aggiunge - le stesse persone che insistono per questa mia richiesta formale agli sloveni mi chiedono come io possa tollerare che, oltreconfine, ci siano grandi collaborazioni con quelle associazioni di partigiani che sono “figlie” di quelle persone che seminarono morte e terrore a guerra finita a Gorizia, uccidendo anche antifascisti e sindacalisti. Anche in questo caso, la mia risposta è la medesima: la mia sarebbe una intollerabile ingerenza. Ho sempre affermato che si deve narrare la storia ma senza lasciarci da essa dominare, far conoscere ai giovani le tragedie del passato affinché esse non si ripetano. Go!2025 non deve essere la negazione dell’altrui identità attraverso un’omologazione, bensì la sommatoria delle nostre storie. Questa è la nostra ricchezza. Senza dubbio ci sono individui, al di qua ed al di là del confine, che ritengono di subire danni elettorali in questa nuova fase di coesione e collaborazione transfrontaliera ma non si può e non si deve fermare questo processo a causa di interessi politico/elettorali di alcuni».
Non è affatto d’accordo Samo Turel, sindaco di Nova Gorica. La decisione del Consiglio comunale di Gorizia, è a sua detta, «inaccettabile». «Mi dispiace che la politica locale non abbia saputo togliere il titolo per dimostrare che, nell’Europa democratica, le dittature non sono un’opzione. Preservare il titolo onorifico a Mussolini significa qualcosa di completamente diverso dal preservare la storia. Per fortuna - argomenta Turel - la Capitale europea della cultura supera le decisioni dei singoli rappresentanti politici. Go!2025 è un tributo al sacrificio di chi, in passato, ha combattuto contro le violenze, su entrambi i lati del confine: va oltre la politica e dimostra che i cittadini vogliono cooperazione, solidarietà, valori democratici e amicizia. Ecco perché è molto più importante che la gente non ceda alle aspirazioni delle singole politiche di divisione e separazione. Con Go!2025 dimostriamo di aderire ai valori della pace».
Dura la presa di posizione dell’Anpi di Gorizia, secondo cui la bocciatura della mozione «è la prova evidente che l’amministrazione che governa la città non vuole o non riesce a prendere le distanze dal passato. Con questo gesto è la maggioranza che divide la città. Da anni gli antifascisti italiani e sloveni sono considerati cittadini di serie B. Essi celebrano da soli anniversari come il 25 aprile, eventi come la battaglia di Gorizia e quella delle fabbriche. Gli assessori sono presenti senza prendere la parola in cerimonie che dovrebbe essere il Comune a celebrare. Anche il 27 gennaio Anpi e Aned a cui, in passato, è stato impedito di parlare ricordano da soli la deportazione di migliaia di antifascisti italiani e sloveni, cittadini di Gorizia, reclusi nei lager nazisti. Un’ amministrazione lungimirante avrebbe dovuto tentare in ogni modo di ricucire le ferite ancora ben presenti nella memoria cittadina. La città di Gorizia sarebbe potuta diventare un esempio, invece si rimane fermi alle vecchie logiche della guerra fredda, che pesano come un macigno sullo sviluppo della comunità civile».
L’Associazione nazionale partigiani d’Italia si augura, infine, «che il sindaco o un assessore delegato non ricevano, con la fascia tricolore, i reduci della Decima mas, formazione alle dipendenze del Terzo Reich nazista. Sarebbe un ulteriore sfregio alla memoria degli antifascisti italiani e sloveni. Non è così che ci dobbiamo presentare all’Europa, non è così che si rappresenta l’intera comunità goriziana».
Interviene anche Laura Fasiolo (Pd). «La scelta del centrodestra goriziano e del sindaco Ziberna di non togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini - attacca - non è solo sbagliata ma anche contraria ai valori che ci ha trasmesso il gesto del Presidente Mattarella insieme a quello della Slovenia Pahor davanti alla foiba di Basovizza, oltre a quelli di vicinanza e fratellanza che esprime Go!2025». —