‘In vista del Giubileo ho chiesto alla mia Diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all’ accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla”. Questo l’appello del Papa in una Lettera per il Giubileo ai parroci, ai religiosi e al clero.
‘In questa prospettiva, – ha disposto Bergoglio – desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili, offrano il loro contributo per arginare l’emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa”.
”Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, – spiega – si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire. Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità. Chi di voi si renderà disponibile a rispondere a questo appello potrà fare riferimento al Vicario Generale della Diocesi di Roma, il Cardinale Baldassare Reina”.
Un appello che sarà mal digerito dal clero romano, tenendo presente che il patrimonio immobiliare della Santa Sede (al di là dei beni del clero roman0) comprende oltre 5mila immobili, di cui circa 4mila in Italia. Di questi, il 92 per cento è nella provincia di Roma, il 2 per cento tra Viterbo, Rieti e Frosinone, il 6 per cento fuori dal Lazio. La maggior parte comunque si trova nella zona del Vaticano. Gli immobili all’estero sono invece circa 1.200 e si trovano tra Londra, Parigi, Ginevra e Losanna.
In un intervista del marzo 2023 con l’Huffington Post, l’allora presidente dell’APSA Nunzio Galantino ha detto che il 14 per cento degli immobili è destinato al mercato libero, mentre l’86 per cento «è funzionale alle necessità istituzionali e/o per dipendenti e pensionati della Curia romana». Galantino divide gli immobili in quattro grandi categorie: «Libero mercato (immobili con canoni di mercato); Canone agevolato (immobili destinati ai dipendenti e/o pensionati vaticani a canoni agevolati); Canone nullo (immobili in uso a Dicasteri, alti prelati, ordini religiosi […] in regime di gratuità); altri immobili emersi dal censimento immobiliare, oggetto di approfondimento».
Sempre secondo cifre fornite da Galantino, il patrimonio immobiliare del Vaticano rappresenta in totale una superficie commerciale di circa 1,5 milioni di metri quadrati. Per l’anno d’imposta 2021 l’APSA aveva versato 5,83 milioni di euro di IMU, l’imposta sui patrimoni immobiliari, e 2,57 milioni di euro di IRES, l’imposta sui profitti delle società.
L'articolo Il Papa ai parroci romani: ospitate i poveri. Ma i cinquemila immobili vaticani restano esclusi sembra essere il primo su Secolo d'Italia.