Al turista, magari straniero, che entra in un’osteria o, peggio, in un ristorante, può capitare, anche sulle colline del Prosecco Superiore, che gli venga offerto un solo vino. E che neppure gli venga spiegato qual è.
«No, negli ambienti Ho.re.ca. del territorio devono essere offerti in mescita almeno due o tre vini, se non quattro – si raccomanda Franco Adami, presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Docg –. Ne va altrimenti della nostra diversità, se non biodiversità. Tutti gli operatori degli ambienti commerciali dovrebbero essere gli ambasciatori del meglio dei nostri prodotti». Ma Adami va oltre nella denuncia e quindi nella sollecitazione di maggiore consapevolezza.
«Non solo all’estero, ma anche in taluni ambienti della nostra zona ci sono ristoranti piuttosto che bar – dice – che spacciano al turista o al visitatore non locale del Prosecco, anzi del Conegliano Valdobbiadene che non ha nulla a che vedere con le nostre bollicine. Ci vuole più coscienza. E fors’anche più cultura». Da qui l’iniziativa, patrocinata dal Consorzio, di un’indagine finalizzata alla valorizzazione delle bollicine, passando attraverso la formazione degli operatori, affinché non restino semplici mescitori di vini, ma si facciamo appunto ambasciatori della tipicità e specificatamente della biodiversità del Patrimonio Unesco.
Lo Young Club Conegliano Valdobbiadene, un gruppo di 70 giovani under 35 coinvolti nelle aziende del distretto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, socie del Consorzio di Tutela, sta promuovendo la diffusione e la raccolta di un questionario insieme ad Ascom – Confcommercio Treviso.
L’obiettivo è indagare la presenza del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg nell’ambito della ristorazione locale e, in base ai risultati, ideare un progetto di valorizzazione adeguato alla situazione che sarà rilevata. Young Club è organizzato in commissioni per discutere proprio tre tematiche fondamentali per il futuro del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: valore, sostenibilità ed enologia.
Il progetto con Ascom – Confcommercio Treviso prevede la distribuzione alla ristorazione locale di un questionario per raccogliere dati utili alla stesura di linee guida comuni sulla comunicazione del prodotto e del territorio, anche in previsione di un afflusso turistico sempre maggiore.
«Stiamo accogliendo sempre più numerosi turisti da ogni parte del mondo, catturati dall’interesse anche per le nostre tipicità – rileva il presidente Adami –. Stiamo crescendo anche come disponibilità di ambienti. Non pretendiamo che tutti si trasformino in enoteche, ma sarebbe saggio mettere in mescita più vini, anziché uno soltanto. E magari anonimo. Il marketing territoriale devono essere proprio loro i primi a garantirlo».
Il questionario sarà anonimo per incentivare la partecipazione trasparente e sincera di ogni ristoratore o operatore del settore.
Tra le informazioni richieste, per comporre un quadro di analisi significativo, chi aderirà dovrà indicare il comune di appartenenza, il numero di coperti, la composizione della clientela, la presenza di una carta vini e le caratteristiche del locale. Inoltre, verranno analizzate le tipologie di bollicine presenti, le preferenze per il Prosecco Superiore Docg e le modalità di conoscenza e selezione dei nuovi vini.