L’intervento di Giorgia Meloni al cop 29 è stato allo stesso tempo geniale e innovativo. Calibrato e misurato come fa sempre il nostro presidente del Consiglio. Intanto, Meloni ha spiegato bene le necessità di coniugare il rispetto dell’ambiente, anche in relazione ai cambiamenti climatici, con l’uso di energie alternative. E ha rilanciato sulla questione del nucleare, che è fondamentale per l’Italia e di cui fummo privati con un referendum che certamente subi le conseguenze emotive di Chernobyl.
Il nucleare di oggi ha una sicurezza garantita. Come impatto ambientale, tanto per fare un esempio banale, inquina di più un mozzicone di sigaretta buttato per terra. Ma Giorgia Meloni ha ribadito che con l’energia nucleare, che è pulita, il costo per le famiglie e le imprese diminuirebbe di molto. Se guardiamo alla Francia che è nostra vicina di casa (e questo ci dice l’assurdità delle politiche degli scorsi decenni) il costo medio per imprese e famiglie è mediamente di un terzo sui consumi. Se una famiglia italiana spende mediamente d’inverno 500 euro per un bimestre di gas, quella francese ne spende 170. E ovviamente il paragone si amplifica se pensiamo alle imprese.
Studi autorevoli svolti di recente, tra cui quello di Marco Mele, hanno dimostrato l’attualità del nucleare. La cui nuova realizzazione richiede sforzi e tempo ma che non può essere rimandata. Proprio in relazione al fossile, le nazioni che hanno l’energia nucleare hanno una dipendenza nettamente più attenuata. E quindi questa rimane la strada migliore per avere un’ energia pulita e meno costosa. Come ha giustamente sottolineato il presidente del Consiglio.
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera
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