Ci sono momenti importanti nella storia del fotogiornalismo. La grande lezione di Life, a partire dalla metà degli anni Trenta, aveva costituito la pietra miliare destinata a cambiare le sorti dell’informazione con autori come William Eugene Smith, Werner Bishof, Alfred Eisenstaed, Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, ma soprattutto un modo nuovo di raccontare il mondo, in cui l’aspetto emozionale e il piano estetico si fondevano insieme.
Altra data fondamentale è la nascita, nel 1947, dell’agenzia Magnum Photos, fondata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e altri grandi professionisti, destinata a costituire un vero e proprio paradigma di stile e di modus operandi nel campo della fotografia professionale.
Da quel momento, e per gli anni a venire, la Magnum Photos ha rappresentato, nell’immaginario collettivo, il “gotha” del fotogiornalismo, un luogo esclusivo il cui accesso era regolato da norme rigide e insindacabili, una patente concessa solo ai professionisti più meritevoli e creativi.
Di questa vicenda umana e professionale, che ha segnato la storia della fotografia mondiale, contribuendo a definire nuovi modelli di comunicazione, Richard Kalvar, newyorchese di Brooklyn, classe 1944, è stato ed è protagonista assoluto, tanto da averne ricoperto la carica di presidente e di vicepresidente, ma soprattutto promuovendo con la propria produzione, ormai ultra cinquantennale, a declinare espressioni innovative del fotogiornalistico.
Come membro ufficiale Kalvar è ben presto entrato nel flusso professionale dell’agenzia, che per un fotogiornalista significa commesse di reportage da parte di riviste o soggetti privati e pubblici, producendo molto materiale su richiesta, non necessariamente conforme alla sua naturale propensione per un certo tipo di fotografia.
Viaggio in un Mondo fantastico, questo il titolo della mostra dedicata al grande fotografo americano Richard Kalvar, che aprirà i battenti a Spilimbergo, nella sede di Palazzo Tadea, venerdì 15 novembre alle 18.
L’esposizione che presenterà oltre 80 scatti, rigorosamente in “bianco e nero”, dove verrà esaltato l’approccio ironico che coinvolge animali e gente comune, sarà supportata da un prezioso catalogo con la prefazione di Michele Smargiassi.
La rassegna è organizzata dal Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia in collaborazione con Magnum Photos, Regione, Comune di Spilimbergo. L’autore, presente all’inaugurazione, sarà insignito dell’International Award of photography 2024.
Nei suoi lavori, Kalvar ha spesso utilizzato la parola “gioco” per definire il proprio atteggiamento nei confronti della fotografia, sottolineando l’implicazione gioiosa e disincantata, fissando le proprie reazioni, come una sorta di intrinseca autobiografia visuale. Messi tutti insieme, gli scatti proposti in questa mostra diventano inevitabilmente una storia dove le persone coinvolte diventano perfetti attori, inconsapevoli protagonisti della scenografia proposta dall’autore.
Per riuscire a ottenere questi risultati espressivi, Kalvar si deve concentrare nel sociale, con grande sensibilità e il “mantello” dell’invisibilità, condizione indispensabile per poter carpire frammenti di realtà fantastica senza rischiare di inquinare e compromettere la riuscita dello scatto. Da questa operazione il fotografo con lucidità, fa emergere solo ciò che funziona, una forma visuale capace di mostrare al mondo il proverbiale allineamento tra “testa, occhi e cuore” (Cartier-Bresson dixit), condannando all’oblio tutto il resto.
La street photography, genere in cui per comodità, ma non senza i doverosi distinguo, possiamo collocare il lavoro di Kalvar, che si è sempre dimostrato annoiato nei confronti della fotografia tradizionale quanto attratto dagli scatti misteriosi e intriganti che ci regalano un’emozione. La mostra, aperta fino al 26 gennaio 2025, avrà i seguenti orari: da martedì a venerdì 14 – 18 sabato, domenica e festivi 11 – 18.