Ci sarà anche una proposta di rinnovo contrattuale tra i regali che Florian Thauvin potrà scartare tra poco più di un mese sotto l’albero di Natale. Il pacco dono glielo sta confezionando Gino Pozzo, deciso a fare del francese un punto fermo dell’Udinese fino al 2027, allungando così di altri due anni la scadenza fissata al 30 giugno prossimo.
Considerato che il 26 gennaio il capitano bianconero soffierà su 32 candeline, ecco che la proposta della società andrebbe interpretata da Thauvin come un’inequivocabile volontà di fargli chiudere la carriera a Udine, città che può essergli già entrata nel cuore per due motivi. Il primo è per essersi rilanciato calcisticamente ai suoi livelli dopo che la società gli ha dato l’occasione e il tempo di ritornare il giocatore che era prima della parentesi messicana al Tigres, dalla quale arrivò a parametro zero a gennaio di due anni fa.
Il secondo, invece, è affettivo e legato alla nascita del secondogenito Leandro che ha trovato i natali proprio a Udine lo scorso 26 ottobre, con mamma Charlotte sentitasi come a casa all’ospedale Santa Maria della Misericordia.
Il pacco dono del rinnovo è quindi pronto per essere recapitato e se Gino Pozzo ha deciso di metterci il fiocco fin dai prossimi incontri in programma con l’entourage del giocatore, rappresentato dal francese Stephane Courbis e dall’intermediario italiano Crescenzo Cecere, è perché Thauvin ha già dato prova di avere tutti i requisiti umani e professionali per rappresentare il club.
Non parliamo solo della fascia da capitano e della maglia numero 10 che da quest’anno lo hanno ancor più responsabilizzato, ma soprattutto di come il 31enne di Orleans ha ricambiato la fiducia del club, ricostruendosi atleticamente fino a prendersi in mano l’Udinese a suon di giocate. Tutto certificato dai numeri che lo hanno visto passare dai zero gol e zero assist nelle prime 16 presenze in A, da febbraio 2022 fino a giugno, ai 5 gol e 3 assist sfornati nelle 29 partite della scorsa stagione, quando una lesione al flessore sinistro lo escluse dalla corsa salvezza nell’ultimo mese.
Adesso sono già 3 i gol a referto e 2 gli assist maturati nelle 9 presenze dell’attuale stagione in cui il capitano è partito a spron battuto prima di essere fermato dalla frattura alla costola rimediata il 28 settembre con l’Inter, infortunio buono non solo per arricchire il dossier delle recriminazioni legate ai torti arbitrali, ma soprattutto per riempire l’infermeria con la sua presenza, prima del rientro nel finale a Venezia, il 31 ottobre.
Un’assenza di un mese che gli ha lasciato delle scorie, come si è potuto evincere dal mancato gol del raddoppio a Bergamo, dove ha messo fuori un pallonetto di destro che in altre condizioni non avrebbe sbagliato.
Per tutti questi motivi la società ha deciso di aprirgli le porte e di farlo entrare nella famiglia bianconera con lo status di giocatore simbolo del club. E chissà se Thauvin non ne avesse già avvertito l’intenzione da tempo, al punto da fargli riporre nel cassetto la tentazione di tornare in Francia.
«Tornare nel Marsiglia? Onestamente questa non è la mia priorità oggi», aveva dichiarato qualche giorno fa in un’intervista concessa a “Telefoot”