«Se provi a urlare ti taglio le dita». Così, senza pietà alcuna, minacciavano anziani e disabili dopo essersi introdotti nella loro abitazione. Una ferocia inaudita e per di più per racimolare quasi sempre magri bottini.
Due uomini di origini sinti, nati in Lombardia e senza fissa dimora, di 27 anni e 18 anni, sono stati arrestati con l’accusa di rapina, furto e tentato furto in abitazione. Reati particolarmente violenti che si sono consumati tra il mese di maggio e giugno di quest’anno, nella zona di Cittadella e dei Colli Euganei.
I due, incastrati grazie a un’indagine dei carabinieri del Norm della Compagnia di Cittadella, al momento dell’esecuzione delle misure di custodia cautelare si trovavano già in carcere a Padova e a Treviso per alcuni fatti analoghi.
I due si muovevano a bordo di automobili intestate a prestanome, che cambiavano tra l’altro spesso per non farsi riconoscere, e agivano nelle ore del giorno. In auto raggiungevano l’abitazione della papabile vittima.
Suonavano il campanello e con la scusa di chiedere un’indicazione stradale cercavano di capire se l’anziano o il disabile in questione fosse solo. «Buongiorno, per caso sa dov’è questa via?», chiedevano al malcapitato attraverso il citofono, inventandosi chiaramente il nome della via.
In questo modo instauravano una conversazione con la vittima con l’obiettivo a farsi dire chi c’era in quel momento in casa. Una volta appurato che la l’anziano o il disabile erano soli i due si allontanavano, salvo poi tornare poco dopo. A questo punto forzando porte o finestre facevano irruzione in casa.
Uno bloccava la vittima puntandole contro il coltello e guai se questa provava a gridare o a chiedere aiuto. La minacciava di ucciderla o di procurarle mutilazioni agli arti o gravi lesioni. Nel frattempo l’altro rovistava nelle stanze impossessandosi di denaro e gioielli. Infine si allontanavano dal luogo a gran velocità a bordo di auto.
Almeno in due occasioni, i due malviventi, non essendo riusciti a trovare soldi o denaro all’interno dell’abitazione, si sono impossessati delle fedi nuziali sfilandole direttamente dalle mani delle vittime.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia ( il 18enne era ancora minorenne all’epoca dei fatti) hanno permesso agli inquirenti di contestare ai due quattro rapine.
Due si sono verificate lo scorso 11 maggio a Cervarese Santa Croce e ad Abano Terme, rispettivamente ai danni di una signora disabile e di una settantenne. Un’altra si è consumata lo scorso 29 maggio a San Pietro in Gu’, questa volta ai danni di una 77enne. L’ultima è avvenuta invece lo scorso 27 giugno a Torreglia ai danni di una donna 85enne.
Inoltre a carico dei due uomini sono stati contestati anche quattro furti consumati o tentati, sempre a danno di anziani ultrasessantacinquenni avvenuti il 18 maggio a Cittadella, il 28 giugno a San Martino di Lupari e il 29 giugno a Carmignano di Brenta e Fontaniva.
ansia e stress
Tutte le vittime, che subito dopo essere state rapinate, si sono rivolte alle forze dell’ordine: da quando si sono rese protagoniste della disavventura, quasi tutte hanno sofferto di gravi stati di ansia e timore.
Uno stato d’animo che purtroppo si è poi prolungato ben oltre la commissione dei reati subiti.