La casa di riposo Breda, gestita dal 2010 dall’istituto Configliachi grazie a una convenzione con la Regione e la Fondazione Breda in liquidazione, rischia di chiudere già nei prossimi mesi se non andrà in porto la serrata trattativa che gli amministratori del Configliachi stanno portando avanti con Palazzo Balbi, nello specifico con l’assessorato ai Servizi sociali guidato da Manuela Lanzarin.
La situazione, sia economica che socio-gestionale, avrebbe potuta essere salvata dalla prospettata fusione tra l’Ira e il Configliachi, ma l’affossamento del progetto, ufficializzato proprio in questi giorni, ha definitivamente fatto saltare l’accordo tra i due enti pubblici.
C’è l’inderogabile necessità di iniziare i lavori di ristrutturazione, per un investimento di 2 milioni di euro, nella casa soggiorno di via Ippodromo a Ponte di Brenta, dov’è a rischio la sicurezza degli ultimi 60 ospiti dopo che gli altri anziani sono stati sistemati nella sede centrale del Configliachi a Chiesanuova.
Il fatto è che molti anziani non vogliono lasciare, seppure temporaneamente, la Residenza Breda, data alla cittadinanza nel 1905 dal senatore mecenate Vincenzo Stefano Breda. In loro difesa hanno preso posizione anche i sindacati, in modo particolare la Cisl Fp, guidata dal segretario Andrea Ricci e i due medici curanti nella casa di riposo, Salim El Maoued e Taddeus Yonga.
Tant’è che giovedì 18 novembre, appena dopo mezzogiorno, c’è stata una prima mobilitazione davanti la casa di riposo di Ponte di Brenta, alla quale hanno partecipato anche alcuni familiari dei 60 ospiti, uniti nello slogan “Salviamo la Breda”.
Da parte sua il presidente del Configliachi Fabio Amato fa il punto della situazione: «La ricollocazione degli anziani si è resa necessaria dopo un’accurata valutazione delle condizioni strutturali e gestionali della Residenza Breda al fine di garantire la sicurezza e il benessere degli assistiti in virtù di alcuni interventi di manutenzione straordinaria non compresa della convenzione sottoscritta con la Fondazione Breda. Il Configliachi – assicura Amato – sta predisponendo un piano dettagliato per la ricollocazione degli ospiti, a quanti lo desiderano, all’interno della sede centrale dell’istituto. La priorità sarà data alla continuità delle cure e al supporto emotivo agli anziani durante questa delicata transizione. Non a caso stiamo organizzando incontri informativi individuali nei quali i familiari saranno informati di tutti i progetti».
L’avvocato Amato si sofferma anche sui lavoratori: «Il Configliachi, oltre alla tutela degli ospiti, s’impegna a salvaguardare tutti i posti di lavoro in forza oggi nella Residenza Breda. Gli operatori, gli infermieri e gli assistenti saranno progressivamente integrati nelle altre strutture gestite dall’istituto, garantendo la continuità professionale e valorizzando le competenze. Nessun dipendente sarà penalizzato dalla transizione».
Immediata la reazione del sindacato: «A questo punto si va dritti verso la chiusura della Casa di riposo – denuncia Andrea Ricci – prima si decide e solo dopo veniamo convocati. Chiediamo l’intervento urgente del sindaco Giordani».