IVREA. Si è parlato di futuro, giovedì sera a Ivrea, quello del Canavese, sempre attento a cogliere i cambiamenti, del Paese, stretto dalla morsa di una crescita di pochi decimali, e del mondo, che assiste con apprensione alla costruzione del Governo Usa a guida Trump. In trecento sono accorsi all’Officina H per l’evento “La Stampa è con voi”, organizzato dallo storico quotidiano torinese e dal quadrisettimanale La Sentinella del Canavese (entrambe le testate sono edite dal gruppo Gedi). Sul palco le grandi firme de La Stampa e personalità di spicco del territorio.
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Il futuro, quindi, che in Canavese ha le sue radici salde nell’industria e nella tecnologica e che guarda al domani con ottimismo. E se le opere finanziate con i fondi Pnrr (20 milioni a Ivrea) stanno aiutando a realizzare progetti con importanti ricadute sociali, dal presidente di Confindustria sono arrivate parole dure sull’inadeguatezza delle nostre infrastrutture. Paolo Conta ha infatti puntato il dito sulla ferrovia, con tempi di percorrenza lunghissimi, e collegamenti stradali inadeguati. Conta ha però sottolineato che questa è una terra dove l’ottimismo non è mai mancato. Intervistato dal vicedirettore Federico Monga sui cambiamenti veloci a cui assistiamo, il presidente di Confindustria ha spiegato che «il Canavese con l'innovazione ha sempre convissuto. Basti pensare ai primi computer Olivetti o, in epoche ben più recenti, alle sfide internazionali del Bioindustry Park».
Di economia ha parlato anche Riccardo Colombo, responsabile Mercato Corporate Nord-Ovest di Banco Bp, l’istituto di credito diventato il terzo gruppo bancario in Italia dopo l’acquisizione del 5% del Mps. «I dati economici del secondo e del terzo trimestre non sono positivi - ha detto Colombo - A metà anno si parlava di una crescita del Pil intorno all’1%, ora siamo tra lo 0,6 e lo 0,7%. I depositi bancari calano mentre sono ferme le compravendite immobiliari. Detto questo, uno spiraglio positivo arriva dall’inflazione ormai ferma e dal costo del denaro che continua scendere grazie ai tagli della Bce. Si stanno formando le condizioni per una ripresa dei consumi e degli investimenti».
Uscendo dai nostri confini, il noto giornalista Alan Friedman ha commentato le recenti elezioni americane e le ripercussioni che queste avranno sull’Europa. «La volontà popolare è sacra e Trump ha stravinto anche tra le donne e le minoranze etniche - ha detto Friedman - Quello che mi preoccupa è il suo essere filo Putin e le nomine annunciate alla Difesa e ai servizi segreti vanno proprio in questa direzione. Trump mollerà l’Europa e l’Ucraina imponendo un accordo che agevolerà le richieste di Putin. Temo che gli Usa rischino di diventare una democrazia illiberale».
Spazio poi alla solidarietà di Specchio dei tempi, di casa in Canavese. Lo è stato nei momenti difficili delle alluvioni, lo è oggi con la costante attenzione ai più emarginati che vengono assistiti nei progetti classici della fondazione, a cominciare dalle Tredicesime dell’Amicizia.
L’ultima parte della serata è stata dedicata a come nasce il giornale che ogni giorno troviamo in edicola, su come avviene la scelta delle notizie da trattare e da approfondire, sulla creazione della prima pagina. «Quella che spesso trovate sui siti e sui social media è comunicazione - ha detto il direttore responsabile de La Stampa Andrea Malaguti -. I giornali soppesano, verificano, fanno domande e scavano. Senza i giornaloni, come li chiamano i detrattori, ci resterà solo la comunicazione che nessuno verificherà più».