LORANZÈ
Una richiesta d’intervento della Prefettura rispetto a una serie di problematiche relative alla gestione del Centro per l’accoglienza straordinaria di Loranzè. È quanto sarebbe stato discusso mercoledì 23 ottobre all’interno di una riunione sollecitata per conto del sindaco di Loranzè Enrico Marchiori da Ellade Peller, sindaca di Nomaglio e presidente del consorzio Inrete, l’ente costituito da oltre 40 Comuni del Canavese per la gestione solidaristica e la diffusione omogenea dei servizi sul territorio.
Aperto ormai da più di un anno e gestito dalla cooperativa l’Angolo, il Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di Loranzè ospita circa 75 persone su un totale di 90 posti disponibili. In questo periodo però sarebbero stati diversi gli esposti e le segnalazioni, giunte da parte degli ospiti ad alcuni enti e sportelli preposti a questo ruolo, rispetto a svariate criticità presenti nella gestione del Cas.
«Ci siamo fatti portavoce di tali criticità con la Prefettura – spiega Peller –, che ci ha detto di essere già a conoscenza di alcune cose e di essere pronta a provvedere nei termini di legge per far rispettare alla cooperativa il capitolato d’appalto». Tra le problematiche segnalate, la mancata erogazione del pocket money, la diaria data ai migranti, cifra che varia a seconda dei territori e dei progetti da un euro e mezzo a 2 euro e mezzo a persona, l’assenza di corsi di lingua italiana e la carenza di un supporto legale per gli ospiti. «Ovviamente queste sono criticità che si vanno a sommare alla problematiche già esistenti, esposte dal sindaco di Loranzè, che un gruppo cosi numeroso di migranti crea in un piccolo paese (Loranzè conta poco più di mille abitanti ndr): gli ospiti usano il trasporto pubblico, spesso tutti assieme, finendo con riempire i pullman che si trovavano costretti a lasciare a terra gli utenti delle fermate successive per mancanza di posti, ed è capitato che i ragazzi delle scuole rimanessero a piedi. Vi sono state poi difficoltà nella gestione della raccolta rifiuti e tutti i problemi relativi al grande turn over degli ospiti del Cas, che non crea le condizioni adeguate alla buona riuscita dei progetti di formazione e integrazione». Nel mentre però la dirigenza del Cas sarebbe cambiata negli ultimi mesi, portando quello che parrebbe un miglioramento almeno sulle problematiche relative alla gestione. Dal termine della pausa estiva infatti agli enti di competenza non sarebbe più giunta alcuna segnalazione, e le criticità maggiori parrebbero essersi risolte, almeno per il momento. Il problema tuttavia sarebbe, secondo le parole della presidente del consorzio Inrete, da ricercare a monte: «La maggior preoccupazione su questo tema, che ho anche espresso durante l’incontro sulla sicurezza del 24 ottobre, a Ivrea, è che la normativa vigente ha eliminato una serie di prestazioni – spiega Peller –. Le risorse delle cooperative per i corsi di lingua, l’assistenza legale e psicologica dei migranti, non sono più previste con il decreto Cutro. Un problema che compromette seriamente il lavoro di integrazione e che ho chiesto al Prefetto di portare sul tavolo ministeriale. Oggi sono state pesantemente ridotte le risorse dedicate ai percorsi di accompagnamento, ormai nei Cas viene prevista solo l’attività alberghiera, ma se ci si occupa di accoglienza è necessario garantire dei servizi minimi».