CALUSO. La Transport Logistica Gmbh entra nell’oggetto del processo del disastro ferroviario di Arè di Caluso. L’imputato Wolfgang Oberhofer, 51enne di Vipiteno, infatti, risulta amministratore anche della ditta austriaca che commissionò alla lituana Uab-Tlb il carico speciale partito dalla Repubblica ceca e diretto alla Bitux di Foglizzo che causò l’incidente con 21 feriti e 2 morti: il macchinista Roberto Madau e il membro della scorta del carico Stefan Aurelian. Una circostanza che ha indotto il pm Ludovico Bosso a modificare l’imputazione a processo in corso, attribuendo a Oberhofer nuovi profili di colpa generica, tra cui, ad esempio, la mancata verifica dei treni in transito quel giorno.
L’avvocato Carlo Bertacchi del foro di Bolzano, che difende Oberhofer, ha spiegato che dovrà visionare e confrontare le imputazioni, per verificare se si tratta di «fatti nuovi imputati a Oberhofer e in tal caso chiederemo che le imputazioni tornino in procura», per procedere, in sostanza, a un nuovo rinvio a giudizio. Ma anche se dovesse trattarsi di fatti diversi, l’imputato ha facoltà di chiedere un termine per la difesa - di fatto un periodo per riorganizzarla -, di ascoltare nuovi testimoni, oppure di accedere a riti alternativi come il giudizio abbreviato.
Oberhofer, attualmente, è imputato come amministratore della Translog sas, società italiana, che aveva avuto la procura speciale da Dangis Dregva, amministratore della Uab Tlb, con il compito di chiedere le autorizzazioni ai gestori dei tratti stradali di competenza, per il carico eccezionale. Il sopralluogo sul tracciato, invece, secondo quanto sostenuto dai testimoni della difesa in sede processuale era stato effettuato da una società tedesca, la Transport Logistica Alpimar Gmbh, di cui Oberhofer possiede delle quote societarie e che non è mai stata coinvolta in questo processo. Ora l’udienza è stata rinviata al 6 dicembre, quando si capirà meglio che strada prenderà il processo a Oberhofer.
Ieri è stato esaminato dal pm e da tutte le parti, anche l’altro imputato di questo processo: Darius Zujis, 45enne di Vilnius, capitale della Lituania, difeso dall’avvocato Alfred Gschnitzer del foro di Bolzano. Ha raccontato i momenti concitati dell’incidente: «Alla radio mi hanno detto di venire avanti, poi un uomo si è avvicinato e mi ha detto di fermarmi. Ho visto le luci del semaforo, la sbarra che scendeva, poi il botto. Stop, boom - ripete più volte durante durante l’esame per cui si è avvalso di una traduttrice dal lituano all’italiano -. Io ho provato ad andare avanti, ho provato ad accelerare due volte, ma ero bloccato. Non ricordo di aver inserito la retromarcia, pensavo solo a portare via il carico dai binari, anche sfondando la sbarra che era scesa, ma il danneggiamento del passaggio a livello sarebbe stato imparagonabile rispetto a quello che è successo. Mancavano tre secondi e poi sarei riuscito a passare. Dopo il botto mi sono ritrovato fuori dall’abitacolo, ma sinceramente non so come».
Zujis ha anche raccontato di aver sempre seguito per il percorso da effettuare le indicazioni della scorta: «Quei carichi sono così grandi che non si può fare diversamente. Ho fatto tutto il possibile per dimenticare questo incidente e mi spiace di doverlo ricordare ancora».