IVREA. Un flash mob per chiedere con forza al Governo di rendere possibile la realizzazione del nuovo tracciato del ponte Preti. I sindaci, senza distinzione di appartenenza politica, provano a fare fronte comune su un tema strategico che sta a cuore a tutti: la viabilità. Si ritroveranno indossando la fascia tricolore questa mattina (venerdì 15) alle 12.30 all’imbocco del ponte Preti. Pochi minuti per dare concretezza a una preoccupazione che li accomuna, il decreto del ministero delle Infrastrutture del 29 giugno scorso che stabilisce come entro il 31 dicembre di quest’anno tutti i lavori devono essere affidati, pena la decadenza del finanziamento. Decreto che l’8 agosto è scorso è stato convertito in legge e pubblicato il 20 agosto di quello stesso mese sulla Gazzetta ufficiale. La scadenza è di fatto legge.
Adesso immaginare che Città metropolitana, a cui è stata affidata la progettazione della variante del ponte Preti, possa rispettare la scadenza di fine anno è pura fantasia. Soprattutto dopo che l’Anas, a cui sarà affidata la gestione del nuovo tracciato, ha chiesto modifiche sostanziali al progetto.
«Perdere quei finanziamenti, 19,5 milioni di euro, significa rinunciare al nuovo tracciato per un tempo indefinito e questo il territorio non può permetterselo. - spiega il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore -. Come amministratori abbiamo il dovere di fare arrivare le nostre preoccupazioni agli enti superiori e lo facciamo senza nessuna volontà di strumentalizzazione politiche. Quello che ci interessa sono gli interessi del Canavese».
Al flash mob sono stati infatti invitati i consiglieri regionali del territorio come i consiglieri di Città metropolitana.
«Nell’ultimo anno la viabilità del Canavese è stata gravemente compromessa - prosegue Chiantore -. I lavori di elettrificazione hanno interrotto i collegamenti con la Valle d’Aosta mentre i cantieri sulla bretella autostradale hanno in più occasioni invaso di Tir i nostri Comuni, senza dimenticare le chiusure del Monte Bianco. Perdere questo finanziamento rappresenterebbe una battuta d’arresto per un territorio che vuole rilanciarsi e che ha bisogno di connettività per farlo».
Della necessità di una variante al ponte Preti si parla da decenni, dai primi anni Settanta. L’attuale infrastruttura, costruita nel 1920, l’unica che collega Eporediese e Alto Canavese lungo la statale 565, è una strettoia pericolosa che soffoca il regolare flusso dei mezzi di trasporto e delle merci da e per Ivrea.
La svolta per il nuovo tracciato arriva nel dicembre del 2019 quando la Regione annuncia interventi per la messa in sicurezza dei ponti esistenti e la realizzazione di nuovi: 32 per l’esattezza, per un totale di 135 milioni di euro, di cui ben 66 milioni destinati alla sola Città metropolitana di Torino. In Canavese l’opera più importante è la realizzazione del nuovo ponte Preti, un tracciato a valle di quello esistente. Fondi messi in discussione dal decreto del ministero delle Infrastrutture con la scadenza del 31 dicembre prossimo. In Canavese oltre al ponte Preti sono a rischio i lavori sui ponti di Romano Canavese e Settimo Vittone. E andando un po’ oltre i nostri confini, stessa sorte toccherebbe al ponte Borgo Revel a Verolengo, quello tra Cirié e Robassonero e tra Settimo Torinese e Castiglione.