NOVA GORICA Memoria dei confini, episodio secondo. È stato ufficialmente presentato ieri, nella sede del Teatro Nazionale di Nova Gorica (SNG), “Alla ricerca della lingua perduta”, una nuova pagina del progetto teatrale internazionale che vede uniti il Mittelfest di Cividale e l’importante istituzione slovena. Lo spettacolo debutterà giovedì 14 novembre (con repliche il 21, 22 e 23).
Già dalla scorsa primavera, entrambi hanno dato vita a “Inabili alla morte / Nezmožni umreti”, una collaborazione che si pone tra i momenti salienti di GO!2025, momento e occasione in cui le due città di Gorizia e Nova Gorica, idealmente, si fonderanno trasformandosi in un’unica Capitale Europea della Cultura. Transfrontaliero nello spirito e nei contenuti, “Inabili alla morte” è il progetto ideato da Giacomo Pedini, direttore artistico di Mittelfest, che ha trovato pieno supporto nella Regione Fvg, e che comprende tre episodi. Ciascuno, in fasi temporali diverse, indaga la storia di questo confine, termometro sensibile nel corso degli ultimi cento anni di tutte le più importanti trasformazioni europee. Da territorio meridionale dell’Impero asburgico a “cortina di ferro”, nel lungo periodo della Guerra Fredda, fino a diventare un punto di saldatura quando, nel 2004, anche la Slovenia si è unita alla Comunità Europea. «L’idea di raccontare, a cavallo della frontiera, il secolo che ci ha preceduti e i rapporti tra Italia e Slovenia, ci permette di portare in scena prospettive diverse, della storia e della memoria, così come sono andate maturando nella percezione nazionale, per forza di cose diversa in ognuno dei due Paesi» ha spiegato Pedini. Il quale ha ricordato come il primo capitolo del progetto teatrale, già allestito la scorsa primavera, si sviluppasse attorno al romanzo di Joseph Roth, “La cripta dei cappuccini”, affresco del crepuscolo di un Impero transnazionale. Seguendo i rivolgimenti della storia dell’Europa, ora il secondo capitolo “Alla ricerca della lingua perduta” guarda invece agli anni Sessanta.
Creato dallo scrittore sloveno Goran Vojnović, 44enne, il testo inquadra il periodo del distanziamento delle ideologie, foriere di conflitti. Lo fa attraverso la storia di due fratelli sloveni, i quali come spesso capita in situazioni di instabilità politica, scelgono fin da giovani strade divergenti. Uno orienta la propria vita verso il fascismo italiano, l’altro, che già era entrato nelle formazioni partigiane, diventa un funzionario dell’amministrazione jugoslava. Lo stesso sangue, ma su fronti opposti. Un ictus, che molti anni dopo colpisce il primo, porterà alla luce uno strato più profondo della sua personalità, legato alla lingua materna.
«Non l’ho fatto solo per documentare un tratto di storia reciproca» scrive Vojnović nella presentazione del suo lavoro. «Ciò che viene fuori dalla mia analisi sono anche strati, separazioni politiche e sociali, che molto hanno a che fare con altre percezioni, queste sì odierne. Se vent’anni fa, nel 2004, l’ingresso della Slovenia nella Ue veniva salutato con orgoglio e entusiasmo, accompagnato da qualche sogno, oggi invece la realtà mi appare diversa, attraversata da spaccature, non più politiche, ma generazionali e intime. Ancora una volta siamo nel campo dell’umano».
Gli ha fatto eco Markus Bratuš, direttore dell’SNG, che ha marcato l’incompletezza di ogni prospettiva individuale, e il regista di “Alla ricerca della lingua perduta”, il polacco Janusz Kica, affascinato dalla qualità di scrittura del testo che «se alla lettura risulta facile, pone sfidanti questioni a chi decida di portarlo in scena». Il capitolo successivo si intitolerà “L’alba dopo la fine della storia”. Ambientato negli anni Novanta, scritto da Paolo Di Paolo e diretto dallo stesso Pedini, andrà in scena tra il 16 e il 21 settembre 2025, quando tutte le tre parti verranno rappresentate assieme, a Gorizia e Nova Gorica, per incamminarsi poi in un tour nazionale. “Inabili alla morte” prevede la realizzazione di tre radiodrammi, realizzati negli studi Rai Fvg, RadioTre Rai, Radio Slovenija – Program Arts, e la pubblicazione dei tre testi in una pubblicazione bilingue, a cura di Bottega Errante Edizioni. —