Basta guardare la classifica per capire come la missione salvezza che attende la Triestina assomigli molto a un’impresa, nella quale molte cose devono filare lisce per arrivare al traguardo e centrare l’obiettivo. Serviranno carattere, attenzione, abilità, attributi, concentrazione e un pizzico di fortuna, ma sarà fondamentale anche l’apporto dei tifosi, perché lottare per la salvezza in un ambiente ostile diventa estremamente complicato.
Tutto questo Pep Clotet lo sa bene e per questo ha cercato di instaurare subito con i supporter un certo feeling. È arrivato in un ambiente dilaniato dalle proteste, nel quale tutto l’entusiasmo dello scorso anno, già sceso verticalmente dopo l’esonero di Tesser, quest’anno si è totalmente azzerato e si è trasformato in rabbia. Ma il primo impatto con Clotet sembra invece essere stato positivo: ai tifosi è piaciuto come il tecnico catalano si è presentato, hanno apprezzato le sue parole chiare, la sua decisione e il modo di porsi.
Poi ovviamente parla il campo, ma evidentemente anche in una sconfitta come quella di Crema i presenti hanno percepito che nella squadra qualcosa era cambiato, che Clotet aveva cercato di dare una svolta, tanto che a fine partita la squadra è stata applaudita. Una scena che si è ripetuta a maggior ragione dopo il pareggio con l’Albinoleffe, anche se al di là dell’apprezzamento dell’impegno (che a dire la verità non è mai venuto meno), è ovvio che il gol di Vertainen quasi allo scadere abbia dato a tutti una dose aggiuntiva di entusiasmo e adrenalina.
Ma i tifosi della curva, seppur pochi rispetto alle prime occasioni, hanno sostenuto la squadra per tutta la partita, non risparmiando le solite proteste contro Alex Menta, incitando però sempre i giocatori e alla fine applaudendoli. Si sa, i tifosi vogliono vedere sudare per la maglia. E visto che solo con il loro apporto l’Unione può salvarsi, Clotet ha sottolineato il loro sostegno: «Voglio ringraziare tutti i tifosi che a fine partita ci hanno applaudito - ha detto il tecnico - per crederci fino alla fine insieme a una squadra che ha dimostrato che non esiste il menefreghismo, che alla Triestina tutti ci tengono. Fare in modo che la squadra ci metta l'anima fino all'ultimo secondo è parte del mio lavoro ed è una mia responsabilità».
Clotet era rimasto comunque già colpito dall’atteggiamento dei supporter che avevano affrontato la trasferta di Crema: «Ringrazio la tifoseria per averci aiutato tanto anche a Crema: dopo quella partita ho detto alla squadra che nonostante la sconfitta e l'ultimo posto, quando siamo andati a salutarli ci hanno applaudito ed è stato qualcosa di speciale. Ho detto loro che il minimo che si deve fare è dare tutto in campo. Quando il tifoso poi ti applaude a prescindere dal risultato, per un calciatore è la ricompensa più grande».
Insomma un aiuto reciproco fra squadra e tifosi, secondo Clotet è la ricetta giusta per cercare di uscire dal tunnel: «Nella situazione in cui siamo in questo momento, tutta questa spinta positiva e la dimostrazione di aiutarsi l'un l'altro e di crederci insieme, è una cosa che non può che aiutare tantissimo il lavoro mio e dei giocatori stessi nell'avere sempre la giusta mentalità. Quindi a nome mio e di tutta la squadra grazie ancora a tutti i tifosi».