È stato fra i protagonisti del restauro del castello del Catajo, della chiesa di Santa Sofia, di palazzo Papafava e del complesso Frassenelle, anche se negli anni il suo lavoro si era orientato soprattutto verso lo studio dell’ambiente domestico residenziale, con la realizzazione di molti edifici unifamiliari di pregio.
Giovedì 17 ottobre, a 68 anni, è morto in modo improvviso Giancarlo Perdon, lasciando nello sgomento familiari, colleghi e amici. La notizia è stata data ieri dal presidente dell’Ordine Roberto Righetto che ha manifestato la vicinanza sua e di tutti i colleghi alla famiglia.
Giancarlo Perdon aveva mosso i suoi primi passi con lo Studio 42, assieme ad Adriano Cornoldi, Paolo Merlini, Lucio Marcato, Guido Rossi, Paola Mariani e altri.
I colleghi amici lo ricordano con affetto ai tempi universitari allo Iuav, quando ferveva la curiosità e la ricerca nella complessità dei linguaggi.
«Con animo pacato, senza protagonismi, ma con caparbietà», ricorda Righetto, «Giancarlo ha svolto un lavoro sapiente, arrivando a centrare l’obiettivo di una bellezza mossa dalla concretezza del fare. Aveva una cultura fondata sulla coscienza storica, sulla coniugazione di etica ed estetica, sulla capacità di interpretare i luoghi, i testi e i contesti, sull’ideazione architettonica ma anche sulla capacità di assumere tutto l’iter di un progetto. Affrontava tutto con un inguaribile ottimismo, attenzione al cliente, tenacia nel cercare soluzioni, ricerca e studio del dettaglio. Resterà il ricordo nelle sue opere e nella memoria di chi l’ha conosciuto, come un vero architetto e una persona di grande sensibilità e valore».
Il funerale si terrà martedì 22 ottobre alle 10.30 nella chiesa di Santa Sofia. —