M. Berrettini b M. Fucsovics 7-5 6-4
Buona prestazione di Matteo Berrettini (41 ATP) che contro Marton Fucsovics (88 ATP) fa valere la sua maggior cilindrata, confermando che la vittoria ottenuta a Wimbledon contro lo stesso avversario non è stata un caso.
Deve subito combattere Fucsovics nel primo gioco. Berrettini si fa trovare pronto all’uscita dai blocchi di partenza e lascia andare ottimi dritti. L’ungherese, però, riesce a contenere e grazie a qualche discesa a rete incomincia il match con la testa avanti. Una prima dietro l’altra e anche il romano tiene la battuta, più facilmente del suo avversario che non vince un match sul cemento contro un top 50 da febbraio (arriva da sei sconfitte consecutive). Di converso Berrettini è stato una macchina contro giocatori fuori dall’elite dei top 50. Matteo è reduce da 14 successi nelle ultime 15 partite contro avversari fuori dalla top 50. L’unica sbavatura è proprio della settimana appena passata, nella quale è caduto contro Dominic Stricker a Stoccolma. Insomma, mettendo assieme le due statistiche, il chiaro favorito dovrebbe essere Berrettini.
Pur continuando a faticare al servizio, Fucsovics smista bene le direzioni insistendo sul lato sinistro di Matteo per poi concludere sul lato destro obbligandolo a macinare metri di corsa. Ci pensa invece l’azzurro a passeggiare con il colpo di inizio gioco, sempre potente e preciso.
Si va avanti abbastanza in equilibrio anche se ai punti è Matteo quello che chiaramente sta messo meglio: solo 3 punti persi in 4 game di servizio, con un trasformazione del 93% sulla prima palla. Piuttosto i problemi per quello che oggi è il secondo tennista di Roma sono quelli di sempre, ovvero di mobilità e di gestione sul rovescio, anche se da quel lato lo slice aiuta sempre.
Rovsci tagliati che infatti nell’undicesimo gioco sono una trappola mortale per Fucsovics che non riesce a gestire le rasoiate dell’italiano. In particolare gli slice giocati corti da Matteo nella terra di nessuno sono fatali: prima un errore di contro slice e poi una stecca di dritto su un tentativo di attacco regalano la prima palla break del match a Berrettini. L’ungherese qua non è impeccabile: innanzitutto si gioca sulla seconda e poi nonostante l’inerzia dello scambio fosse chiaramente a vantaggio di Marton, il tennista magiaro sbaglia in manovra un facile dritto inside out che manda Matteo a servire per il set. Fuc 5-6 Ber.
Berrettini a differenza del suo avversario non ha tentennamenti e chiude con autorità il parziale in 50 minuti, sigillandolo con una bordata di servizio a 220 Km/h.
Come previdibile fintanto che si gioca sugli scambi brevi a prevalere è Berrettini, che porta a casa il 65% degli scambi sotto i 4 colpi, mentre Fucsovics non riesce a fare la differenza in quelli prolungati, in quanto spesso e volentieri finisce per commettere errori non forzati che sono ossigeno puro per Matteo: ben 13 non forzati per l’ungherese nel parziale, davvero troppi per poter sperare di imbrigliare il tennista romano.
L’ungherese vacilla e Matteo nel terzo gioco sembra sul punto di spingere sull’acceleratore; 0-30 e un nastro benigno che consegna nella sue mani Fucsovics. Sembra un’esecuzione, ma anzichè premere il grilletto e sparare un passante di dritto per lui banale, Berrettini prova il pallonetto che però gli rimane sulle corde. Marton ringrazia e dopo aver evitato un mortifero 0-40 è bravo a giocare in pressione controllata e a sfiancare Berrettini. Fuc 2 -1 Ber.
Si va così avanti in modo ordinato fino al quinto game con un piccolo siparietto che potrebbe sparigliare le carte: un microfono lasciato aperto probabilmente sui corridoi laterali della Wiener Stadthalle intrattiene pubblico e giocatori.
Arriva anche un “Can anyone help us to switch the microphone?” dal giudice di sedia, ma senza troppi risultati. I giocatori sono così costretti a continuare a giocare con il brusio di sottofondo, che sembra infastidire maggiormente Fucsovics. Il magiaro deve fronteggiare due palle break; sulla prima ringrazia Berrettini che è timido in risposta sulla seconda di servizio. Sulla seconda invece i meriti sono tutti di Marton che dopo uno scambio prolungato da 15 colpi rischia il tutto per tutto con un dritto che bacia l’incrocio delle linee. Nel frattempo il problema audio continua: l’audio che arriva proviene probabilmente da una conferenza relativa alle nuove iniziative ecologiste di Thiem. Dopo 10 minuti buoni di ronzio comunque qualche tecnico evidentemente si deve esser messo una mano sulla coscienza sistemando la situazione. Fucsovics ringrazia con un dritto inside in all’incrocio delle linee per chiudere il game. Fuc 3-2 Ber.
Che il match però sia su di un piano inclinato è evidente a tutti: orrido game di Fucsovics che perde addirittura a zero il proprio game di servizio. Cambio di campo con Berrettini che va a sedersi sulle note di Italodisco e avanti di un break. Fuc 3-4 Ber.
Da qua in poi la partita ha solo un piccolo sussulto nell’ottavo game con Fucsovics che prima arriva a 30-30 pari e non riesce a giocare un facile passante che gli avrebbe consegnato la prima palla break del match. Ma la mezza occasione sfumata non deprime il magiaro che sudando le proverbiali sette camice produce il massimo sforzo con due punti da 22 e 19 scambi e manda ai vantaggi il game. Tuttavia alla fine Marton deve inchinarsi e lasciare strada a Matteo che ancora a furia di slice manda fuori giri il suo avversario. Fuc 3-5 Ber.
In pratica la partita finisce qua, con Matteo che chiude il match per 6-4, senza aver concesso l’ombra di una palla break in poco meno di due ore di gioco. Fuc 4-6 Ber.