Un fatto gravissimo, per ammissione dello stesso commissario Agcom Massimo Capitanio, intervenuto nel corso di una diretta su YouTube organizzata da Matteo Flora (che ha visto partecipare diversi giornalisti, esperti in materia e politici chiamati a rispondere del parere espresso in passato sul Piracy Shield). Il fatto in questione si è verificato sabato pomeriggio, mentre era in corso la partita di Serie A tra Juventus e Lazio: mentre le due squadre giocavano in campo, in rete il match veniva trasmesso – come sempre più spesso accade – su piattaforme pirata. Questo fatto ha messo in moto il meccanismo di segnalazione – operato dai big player dei diritti televisivi del calcio italiano – alla piattaforma donata dalla Lega Serie A “Piracy Shield”. E, a causa di quella che si è rivelata essere una segnalazione sbagliata e non controllata dalla filiera di blocco, per circa sei ore è stato oscurato un dominio di Google Drive.
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Ovviamente, si è trattato di una segnalazione sbagliata, che ha avuto ripercussioni su un servizio accessibile a gran parte dei cittadini italiani. Un IP collegato a Google Drive, infatti, ha impedito – per oltre sei ore, lo ripetiamo – di accedere alle cartelle, di scaricare documenti. Configurando, dunque, un complicatissimo caso di data breach, causato dalla segnalazione a una piattaforma approvata da una legge dello stato italiano. Il fatto che questa cosa fosse avvenuta di sabato sera ha soltanto mitigato l’effetto di quello che si sarebbe potuto verificare in orario lavorativo, quando migliaia di persone utilizzano Google Drive per operazioni collegate alla loro professionalità o quando le scuole adottano questo strumento per svolgere parte della loro didattica integrata.
Anche chi ha votato la legge e chi, in passato, aveva difeso Piracy Shield ha dimostrato delle perplessità. La deputata Giulia Pastorella, ad esempio, ha chiesto dei chiarimenti e ha stabilito di voler approfondire l’accaduto. Il problema è che da Agcom, pur riconoscendo la gravità dell’accaduto, si continua a difendere a spada tratta il meccanismo del Piracy Shield, nonostante fosse arrivato da più parti il monito che – quanto accaduto con Google Drive – si sarebbe potuto verificare con qualsiasi servizio di internet. Ora, Google Drive rappresenta soltanto il caso più “famoso”. Ma c’è da dire che sono tantissimi i siti che non trasmettono contenuti pirata che, per effetto del meccanismo del blocco degli IP, presentano dei problemi quando entrano in funzione le segnalazioni del Piracy Shield.
«Gli uffici istruiscono pratiche e gestiscono Piracy Shield, noi come board dell’Agcom diamo solo degli indirizzi – ha detto il commissario Agcom Massimo Capitanio nella serata del 20 ottobre -. Non tocca a me fare il nome del segnalatore, ma sappiate che gli operatori che possono agire sono Lega Serie A, Sky e Dazn: dunque non c’è nemmeno tutta quella opacità di cui si sta parlando in queste ore. La legge parla chiaro: se ci sono dei comportamenti sbagliati, ci saranno anche delle sanzioni. Chi ha fatto la segnalazione che non doveva essere sbagliata, a mio parere, è irrilevante. Ma l’assunto di partenza è che quella contro la pirateria è una vera e propria guerra».
L’Agcom, inoltre, non si spiega perché ci sia voluto così tanto tempo per accorgersi dell’errore e per ovviare al problema. Ma nega con decisione che si sia voluto far sparire il ticket per allontanare i sospetti dal segnalatore che ha commesso un errore: «Quello che è successo sabato sera è qualcosa di grave, che reputo qualcosa di più di una distrazione. L’Autorità potrebbe anche rilevare che chi ha fatto la segnalazione senza rigore potrebbe anche essere escluso. Confuto, poi, la fake news che sta circolando soprattutto su X: il ticket non è assolutamente sparito. Nel momento in cui lo si revoca, l’autorità nei propri log ha tutto registrato: non va presa in considerazione lo screen che qualcuno ha girato ai consulenti. Poi c’è da capire perché siano passate ben quattro ore da quando è stato presentato il ticket a quando è stato rimosso».
La sensazione, come avremo modo di scrivere nell’approfondito monografico di oggi, è che Piracy Shield continuerà ad andare avanti. Il timore è che problemi del genere possano ripetersi con ripercussioni ben più ampie di quanto avvenuto il 19 ottobre.
L'articolo L’abnorme (ed ennesimo) errore del Piracy Shield, che ha bloccato Google Drive proviene da Giornalettismo.