L’ex presidente dell’Albania, Ilir Meta, è stato arrestato su ordine della Spak, la procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata. Al momento non si conoscono i capi di accusa nei suoi confronti. Meta è stato capo dello Stato dal 2017 al 2022, succedendo a Bujar Nishani. In politica dall’inizio degli Anni novanta ha ricoperto le massime cariche pubbliche nel Paese delle Aquile: premier, presidente del parlamento e ministro degli Esteri. Attualmente è alla guida del Partito della Libertà, che si trova all’opposizione.
Stando a quanto riporta il quotidiano albanese Gazeta Shqiptare, i sospetti nei confronti di Meta riguarda tre ipotesi di reato: mancata dichiarazione dei beni, corruzione e riciclaggio di denaro. A metà giugno l’ex presidente era rimasto per più di tre ore davanti agli investigatori per rispondere riguardo a questioni legate al patrimonio della famiglia. Nell’inchiesta sarebbe coinvolta anche la moglie Monika Kryemadhi.
Figlio di un commissario di partito nell’accademia militare di Tirana, Meta faceva parte – ad appena 23 anni – del primo Parlamento albanese dopo la caduta del regime comunista nel 1992. Quello odierno non è il primo guaio giudiziario dell’ex presidente della Repubblica. Nel 2010, quando era a capo del ministero degli Esteri nel governo di Sali Berisha, ha dovuto dimettersi dopo la pubblicazione di un video nel quale discuteva di una tangente da 700.000 euro sulla costruzione di una centrale ma venne assolto per mancanza di prove.
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