Il raid vandalico nei due storici bunker di Opicina diventerà materia di indagine. I referenti del Gaast (Gruppo ambientale artistico storico triestino), i volontari che si impegnano da anni a tutelare i siti e a far conoscere il loro valore storico ai visitatori, hanno preannunciato che questa mattina si recheranno dai Carabinieri di via dell’Istria, sede del Comando provinciale, per sporgere denuncia su quanto successo.
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I militari dell’Arma, comunque già informati dell’accaduto dopo quanto riferito dal Piccolo nell’edizione di ieri, a quel punto avvieranno accertamenti per tentare di risalire agli autori del clamoroso imbrattamento. Saranno i Carabinieri di Aursina, competenti per territorio, eventualmente a occuparsene.
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Non poca cosa: i vandali hanno sporcato le pareti dei cunicoli, sia dentro che fuori, utilizzando gli spray. Hanno lordato i muri di pietra usando il blu, il rosso, il verde, il viola, il nero e il giallo. Come documentano le foto, ci sono scritte dappertutto. Scarabocchi, brutti figuri in mezzo ad altri segni indecifrabili e “disegni” volgari, anche fallici. Parolacce qui irripetibili e pure bestemmie. L’imbrattamento è visibile anche all’imbocco delle due cavità.
Quando è successo tutto questo? Difficile dirlo con precisione. Ma comunque nelle ultime settimane: i responsabili del sodalizio, infatti, si sono accorti dell’atto vandalico durante una visita guidata organizzata in occasione della Barcolana. «È stato deturpato un bene che, da dieci anni a questa parte, cerchiamo di tutelare e mantenere in ordine», hanno affermato Fabio Mergiani e Furio Alessi, guide del gruppo di appassionati.
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Uno scempio che costringe ora il gruppo di volontari a sospendere l’attività a favore di chi, come i cittadini o anche i turisti, è interessato a capire un po’ di più sulle vicende di questi bunker costruiti dal Genio militare tedesco durante la fine della Seconda guerra mondiale.
Sono due i bunker, come spiega Mergiani: uno denominato ad “H”, vista la sua forma costituita sostanzialmente da due gallerie parallele e una di collegamento per un totale di circa 380 metri; e l’altro, vicino, per complessivi 100 metri, conosciuto come tunnel “del generatore” perché in passato lì era situato un macchinario per la corrente.
Il gruppo intende ripulire le superfici della struttura, interne ed esterne, danneggiate. «Stiamo valutando le possibili soluzioni per ripristinare il sito – spiegano i responsabili del Gaast – e permettere la ripresa delle visite. Intendiamo proseguire nella nostra missione di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, ma quanto è accaduto ha inevitabilmente rallentato i progetti e creato un ostacolo significativo all’attività».
Si tratta dell’unico atto vandalico in zona. Ai Carabinieri non risultano altre segnalazioni di fatti analoghi, non recenti almeno. —
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