PAVIA. Si conclude una parentesi lunga 14 anni: il villaggio San Francesco, la fatiscente struttura di seconda accoglienza del Comune, è stato chiuso sabato. Le 13 famiglie ospiti sono state trasferite in hotel o residenze di Pavia e provincia, e ci rimarranno per qualche giorno in attesa dell’inserimento in alloggi più idonei al loro percorso verso l’autonomia. «Quella degli alberghi è una soluzione-ponte che durerà pochi giorni al massimo» assicura Francesco Brendolise, assessore ai Servizi sociali. «Per ragioni tecniche, abbiamo dovuto anticipare la chiusura di qualche giorno e noi abbiamo il compito di sistemare le famiglie, in attesa di sbrigare gli ultimi interventi per le case, che in ogni caso sono pronte».
Il trasferimento
Sabato mattina, i nuclei hanno raccolto le loro cose per abbandonare il villaggio e recarsi negli alberghi: a ognuno di loro è stato consegnato un foglio con la destinazione da raggiungere e i riferimenti dei servizi sociali da contattare, in caso di problemi. Si tratta di persone italiane e straniere che – salvo qualche presenza storica – sembra abbiano abitato al San Francesco per un periodo compreso tra i 6 mesi e i due anni e mezzo, in base al caso. Nel pomeriggio, i cancelli del villaggio San Francesco sono stati serrati con le catene, mentre la struttura sarà vigilata per evitare intrusioni.
La vicenda
Il San Francesco è più volte finito al centro delle cronache per via delle pessime condizioni di manutenzione e della cattiva gestione dei minori stranieri non accompagnati, che di giorno erano accolti al villaggio: diversi episodi di microcriminalità (piccole rapine o risse) sono stati ricondotti ai minori stranieri in carico alla struttura di viale Sardegna, pur non essendo pensato per questo tipo di ospitalità. A giugno, Brendolise ha deciso di cambiare sistema, coinvolgendo le comunità di Pavia e provincia per inserire i minori in contesti più adatti per tutelarli e seguirli. Oggi, il titolare dei Servizi sociali sembra intenzionato ad accentuare il cambio di passo rispetto al passato: basta con lunghe permanenze senza percorsi di contrasto alla marginalità, dopo un periodo presso gli alloggi Sat (i servizi abitativi pubblici e temporanei) si cercherà di far camminare i nuclei sulle proprie gambe. Alcuni nuclei che più di altri necessitano di aiuto, saranno accolti presso una struttura di housing sociale di Pavia. «Da qui all’anno prossimo – prosegue Brendolise – lavoreremo con gli assistenti sociali per mettere queste persone in condizioni di autonomia, e al termine di questo periodo si faranno altre valutazioni per capire come procedere. Non si creeranno più situazioni incancrenite, perché se ci sono persone che rimangono per dieci anni all’interno di una struttura temporanea c’è qualcosa che non funziona nel sistema».
Ciò che resta
Già in campagna elettorale, l’amministrazione si era impegnata a chiudere il villaggio, divenuto simbolo di cattiva gestione dei servizi sociali comunali. L’obiettivo del Comune è ristrutturare il San Francesco per restituire alla città un centro con una funzione sociale e ricostruire la filiera dell’accoglienza cittadina, ma è possibile che servirà tempo: gli stanziamenti necessari verranno inseriti nel bilancio 2025. «Nel frattempo il villaggio è stato chiuso, e sarà controllato per evitare accessi indesiderati» conclude l’assessore ai Servizi sociali. —