Duecentodieci bambini tra i 5 e gli 11 anni, e rispettive insegnanti, ogni giorno devono mangiare al massimo in venti minuti, per stare dentro a due turni nell’arco di un’ora, con la conseguenza che sono davvero pochi i bimbi che riescono a finire di pranzare.
Quelli che ce la fanno, poi, non possono aspirare a chiedere un bis, e quindi tutti se ne tornano in classe con la fame.
È quello che succede alla scuola elementare Giosuè Carducci, plesso dell’Ic5 Coletti, di Santa Bona, la prima nella storia trevigiana ad avere il tempo pieno e quindi, per tradizione lo spazio e il tempo dedicato alla mensa.
A denunciare la situazione sono i genitori che non avendo ottenuto risposte alle segnalazioni indirizzate al responsabile di Euroristorazione, la ditta deputata al servizio mensa, si sono rivolti al sindaco Mario Conte e all’assessore alla scuola Gloria Sernagiotto chiedendo spiegazioni anche del motivo per cui le promesse effettuate dall’amministrazione su un adeguamento degli spazi per una struttura congrua al numero di utilizzatori effettivi non sono state mantenute.
«Il pasto rappresenta sicuramente un momento significativo dal punto di vista relazionale per tutti i bambini, ma già a partire dallo scorso anno, i bambini hanno iniziato a viverlo con molto disagio per la rapidità con cui deve svolgersi il tutto dati i tempi ristretti a loro disposizione», si legge nella lettera inviata al Comune. A parlare a nome di tutti i genitori è Sara Bottari, la rappresentante del Comitato genitori.
Nella comunicazione sottolinea anche un altro aspetto: «Ai bambini viene negato il bis soprattutto di verdure, salvo poi rilevare che puntualmente moltissimo cibo viene buttato», e ancora: «i tempi così ristretti portano alla conseguenza che i bambini e le insegnanti del secondo turno pranzano in un locale non adeguatamente pulito, talvolta con stoviglie sporche e caraffe d’acqua lasciate a metà dal turno precedente; ciò comporta che le insegnanti debbano ovviare a queste carenze e spesso non hanno il tempo di nutrirsi adeguatamente».
I genitori avevano già segnalato a giugno l’aumento del numero di alunni che avrebbero usufruito della mensa, le classi in questo anno scolastico sono passate da 9 a 10 e per questo avevano chiesto un adeguamento sia degli spazi che del personale a disposizione, «Diversi responsabili si sono recati più volte a scuola per effettuare misurazioni e proporre progetti, assicurando che l'ampliamento sarebbe stato realizzato, siamo amareggiati che il Comune non abbia rispettato le promesse».
Infine i genitori si stringono in un augurio: «Ci auguriamo che questa nostra richiesta di aiuto venga presa in seria considerazione perché vorremmo che il momento del pranzo rappresentasse una giusta pausa ristoratrice per i nostri figli e per le loro maestre, non un momento di tensione e ansia in cui ingurgitare del cibo con la fretta di dover liberare il proprio posto».