PAVIA. Pochi, strapieni e spesso in ritardo: per studenti e studentesse delle superiori, ogni mattina è una corsa ad accaparrarsi un posto sui bus dedicati alle scuole. Un problema segnalato anche dai presidi e dai tanti che ieri, sotto la pioggia leggera delle 7 – ora di punta – aspettavano il proprio turno per salire sui mezzi pubblici, cioè uno dei pilastri che dovrebbero guidare la città verso un futuro con meno auto a generare traffico, smog e incolonnamenti.
Tra viale Trieste e l’autostazione di Pavia sono centinaia i giovani con gli ombrelli aperti e i cappucci in testa. Così tanti da sovraffollare i marciapiedi, mentre il traffico sul viale è di fatto bloccato dai bus in manovra: «Ogni giorno è così, per salire sul bus bisogna correre o altrimenti tocca aspettare il successivo, con il rischio di arrivare in ritardo» racconta Giorgio (nome di fantasia) studente del Bordoni, il tecnico-economico di corso Garibaldi. Sono le 7.48, cioè quando (stando all’orario di Autoguidovie) il bus dovrebbe essere alla fermata Matteotti/Griziotti/Petrarca, per poi raggiungere l’istituto entro le 7.55. «La scuola pretende puntualità ma non è sempre facile arrivare in tempo» aggiunge il ragazzo, che ogni giorno comincia il viaggio da Casorate.
«Servizio da migliorare»
Oltre ai normali bus urbani, sono attive cinque linee scolastiche dedicate soprattutto ai liceali della provincia iscritti in città o agli studenti e le studentesse che si muovono con i mezzi pubblici: sono nominati con lettere dalla A alla E. Servono le scuole più distanti dalla stazione dei treni, dove molti pendolari proseguono il loro viaggio utilizzando i bus che partono tutti dalle banchine dalla vicina autostazione o da viale Trieste. Gli orari sono dedicati a un’utenza che dev’essere in classe prima della campanella, ma stando ai racconti dei dirigenti scolastici non sempre vengono rispettati: «L’ultima navetta arriva spesso mezz’ora dopo le otto, orario d’ingresso a scuola» racconta Cristina Comini, preside dell’istituto Cossa dove studiano circa 1.800 studenti e studentesse.
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La succursale di viale Montegrappa è servita dalla linea E, con partenze dalle 7.45 alle 7.55. «Stiamo insistendo con Autoguidovie per capire se sia possibile anticipare la partenza. Non può essere la scuola ad adeguarsi ai mezzi di trasporto, ma viceversa: all’ora di punta ci sarà pure un traffico esagerato, eppure mezz’ora di ritardo per un servizio dedicato mi sembra un po’ esagerato. Noi siamo tolleranti con i nostri iscritti e iscritte che arrivano in ritardo per questo specifico motivo, ma non si può perdere mezz’ora di lezione quasi tutti i giorni».
Lo stesso accade al Bordoni, servito dalla linea A la cui ultima corsa dovrebbe arrivare alla fermata Gorizia/Garibaldi entro le 7.55. «Il servizio, anche quello extraurbano, dev’essere più efficace perché i bus sono spesso pieni e non sempre puntuali» dichiara Antonino Crea, preside dell’istituto. «La scuola inizia alle otto e i ragazzi che non riescono a salire vengono in classe a piedi, ma per arrivare in tempo è una bella corsa. Servirebbe qualche vettura in più». Lo stesso accade all’Ipsia Cremona: «Sono io che mi occupo dei ragazzi che arrivano in ritardo» racconta Ludovica Rossini, vicepreside della scuola aggregata ai licei Taramelli e Foscolo. «Siamo in difficoltà, con molti studenti che arrivano dopo le 8.15 per via delle navette».
Passata l’ora di punta delle scuole, comincia quella dei lavoratori e degli universitari: l’affollamento si sposta in piazzale della stazione, dove fermano i bus della linea 3 che porta alle sedi scientifiche dell’ateneo e al Maugeri e Mondino. «Ormai prendo la macchina ogni volta che posso, adesso che ho la patente» dice verso le 8.30 Alessandro, studente al primo anno di Infermieristica che spera di arrivare in tempo alle lezioni che si tengono al Campus aquae. «I bus della linea 3 arrivano spesso stracolmi e a volte non si fermano».
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La scheda – Cinque linee per un bacino di 5.300 utenti
Per le scuole con sedi distanti dall’autostazione e dalla stazione dei treni, durante l’anno scolastico sono attive cinque linee (chiamate “navette” dagli utenti, nonostante l’imponenza dei mezzi) che collegano gli istituti a viale Trieste, cioè da dove partono le corse dedicate a studenti e studentesse delle superiori, pensate soprattutto per gli studenti che arrivano da fuori città. Sono indicate con lettere dalla A alla E, e servono rispettivamente il Bordoni (A) il Volta (B) l’Ipsia Cremona (C), l’istituto Clerici (D) e la sede di viale Montegrappa del Cossa (E). Già in passato divesti studenti, studentesse e presidenza del Volta avevano segnalato disagi e disservizi dovuti al servizio di bus verso la scuola, ottenendo una modifica degli orari più congeniale per le esigenze della scuola. In tutto, i potenziali utenti delle cinque linee del servizio scolastico sono circa 5.300 (il totale della popolazione delle quattro scuole pubbliche interessate). Di questi, secondo i dati del Comune, almeno 3mila sono non residenti in città.
Il sindaco – «In città ci sono tanti cantieri che rallentano auto e mezzi pubblici»
Secondo il sindaco Michele Lissia (Partito democratico) il problema dei bus a Pavia è il traffico, almeno quello generato dai tanti cantieri o interruzioni che, in città e fuori, stanno rallentando i mezzi (pubblici e privati) durante le ore di punta. «In Comune sono arrivate diverse segnalazioni – afferma il primo cittadino – stiamo facendo il possibile, ma in questo momento ci sono una serie di cantieri avviati in città dall’amministrazione precedente, oltre a quelli attivati da altri Comuni vicini che contribuiscono a dirottare il traffico su alcune direttrici di Pavia, creando problemi anche ai mezzi pubblici. Il traffico è come la circolazione del sangue: se ci sono intoppi da una parte le ricadute si avvertono su tutto il sistema».
Il sindaco elenca quelle che secondo lui sono le principali ostruzioni che, in questo momento, penalizzano il traffico: il ponte sul naviglio all’altezza di via Ludovico il Moro, chiuso a luglio perché il tempo l’ha reso pericolante. Ma Lissia cita anche la recente riqualificazione di piazzale San Giuseppe e del vicino ponte Ghisoni, oggi levatoio: «È stata creata una piazza dov’è stata creata una sorta di rotonda che non si comporta come tale, con il risultato che oggi via Olevano è una camera a gas per via del traffico, che vogliamo sgravare con la costruzione di una radiale. Ma ci sono anche altri interventi in corso come via Lombroso, dove è stato aperto un cantiere che di certo ha un impatto, ma che serve per la costruzione di una ciclabile. Nei prossimi mesi la situazione migliorerà, man mano che andranno a compimento i cantieri». Lunedì prossimo cominceranno i lavori per la nuova rotatoria di viale della Libertà, che dovrebbero durare 8 mesi. —