Ivrea.Per lei è senza dubbio “il lavoro più bello del mondo”: stiamo parlando di Luisa Marchelli, 52 anni, di Ivrea, socia titolare dell’agenzia di viaggi “A partir da qui” con sede in città in via Cascinette 7, e presidente dell’Ascom Ivrea e Canavese.
Come ha cominciato e quando è nata la passione per questo mestiere?
«Mi sono laureata in Economia e commercio e dopo ho cominciato a lavorare come stagista in molti studi di commercialisti e aziende. Di questo settore ho sempre amato l’aspetto della comunicazione e del marketing, molto meno gli ambiti più tecnici. Ad un certo punto mi ero ricavata un mio specifico percorso, poi nel 1997 ho fatto uno stage in un’agenzia di viaggi a Torino. È lì che mi sono innamorata di questo lavoro. Dopo lo stage sono stata assunta e ho lavorato per questa agenzia per un anno. Alla fine mi era stato proposto di diventarne socia, ma avevo già in mente di aprire un’agenzia tutta mia. Il desiderio è diventato realtà nel 2000, quando ho aperto ad Ivrea “A partir da qui”, insieme ad altri due soci».
Qual è stata la sua formazione per gestire un’agenzia? «Ho fatto dei corsi professionali di sei mesi a Verona e un altro, di uguale durata, a Milano. Poi ho dato l’esame come direttore tecnico di agenzia di viaggio in Città metropolitana, un esame piuttosto complesso dove mi ha aiutato molto la mia preparazione in Economica e commercio. Ho conseguito, quindi, l’abilitazione nel 2001».
In che cosa consiste il lavoro di tutti i giorni?
«Vendiamo pacchetti vacanza, facciamo biglietteria aerea, ferroviaria, di bus, navi e traghetti. Vendiamo i pacchetti di tour esperienzali, che gestisco io personalemnte. Inoltre, offriamo una serie di servizi opzionali come i box vacanze e le assicurazioni. Come agenzia organizziamo i bus a teatro, per tutti gli spettacoli in programma a Torino, sia per il singolo spettacolo che per gli abbonati. Siamo specializzati in Costa Crociere, ma vendiamo tutti i tipi di crociere. Facciamo anche accompagnamento nei tour e in agenzia è la parte di cui mi occupo nello specifico. Si tratta di viaggi a lungo raggio. Non facciamo l’Europa, ma il resto del mondo».
In quante nazioni o continenti è stata per lavoro e quali sono le sue mete preferite?
«Sono stata in tutti i continenti. Le mie mete preferite sono l’Oriente e l’Africa per le popolazioni e la filosofia di vita, sono meravigliosi, genuini e speciali. Mi sono piaciute tantissimo l’Argentina e la Cina. Di quest’ultima mi sono sorpresa molto, un posto meraviglioso, e ci sono tornata tante volte anche in vacanza. Nel mio cuore c’è l’India, mentre per l’Africa non so decidermi perché mi è piaciuto ogni posto, stupendo e singolare a modo suo. Ieri sono tornata dal Senegal: nonostante la povertà è un paese solare, un’esperienza nuova e meravigliosa. Vorrei andare in Groenlandia e in Arabia Saudita, che solo da quest’anno ha riaperto al turismo, e in Botswana, uno dei pochi paesi africani in cui non sono stata».
Quali sono gli aspetti migliori e quali i difetti di questa professione?
«È il lavoro più bello del mondo, a volte non mi sembra neppure di lavorare. Amo il contatto con la gente, viaggiare in compagnia dei clienti e raccontare ad altri le nostre esperienze. Gli aspetti negativi sono gli imprevisti, un overbooking, un volo cancellato, tutti elementi a cui spesso non possiamo porre rimedio perché fuori dalla nostra portata, ma che possono influire su una vacanza. A volte, infatti, non si riesce a trovare una soluzione per il cliente».
Quanto è cambiato questo mondo in 25 anni di esperienza?
«Ora tutti hanno la possibilità di viaggiare e questo è bello, solo che ha chiaramente creato un aumento di persone in circolazione creando fenomeni diversi di gestione di flussi turistici. Dopo il Covid, inoltre, molte strutture hanno faticato a rimettersi in pista perché mancava personale. Infine, in particolare, nel settore delle crociere, si è persa quell’aura di esclusività e unicità dell’esperienza proprio per via del turismo di massa. Molte compagnie stanno tornando a creare pacchetti esclusivi, separati da quelli alla portata di tutti, per rispondere alle richieste di un mercato diverso».
Cosa consiglierebbe a un giovane che volesse fare questo lavoro?
«Sicuramente fare più esperienza possibile, perché è un lavoro bellissimo, ma si potrebbe scoprire che non piace e allora diventerebbe insostenibile. Questo lavoro richiede molta passione». —