Pont Canavese. Sabato 12 ha preso vita a Pont Canavese la terza Portineria di comunità della zona, la sesta in Italia. Una vera avanguardia per il territorio, che fa da modello al resto della penisola nell’avvicinamento sociale della comunità.
Richieste di Spid, facilitazione digitale, cv e dialogo con i Centri per l’impiego sono soltanto alcuni dei servizi di cui potranno usufruire i cittadini nella biblioteca cittadina. L’opportunità è nata con Passi montani, percorso di attivazione socio-sanitaria integrata in 26 Comuni gestiti dal consorzio socio assistenziale Ciss38, che avrà la vera regia delle Portinerie, quella di Pont con Cuorgnè e Valperga. All’inaugurazione erano presenti le autorità cittadine e regionali, con l’assessore Maurizio Marrone e il consigliere Mauro Fava.
«Questa biblioteca è un fiore all’occhiello, con 40mila volumi e 15mila prestiti annui - ha spiegato il sindaco Paolo Coppo -. La Portineria è un valore aggiunto che ne aumenterà visibilità e fruizione». «Sarà un luogo di competenze, dove si daranno risposte concrete alle esigenze della comunità - ha commentato Enrica Valle, assessora alla Cultura -. Avere qui gli amministratori centrali della Regione è significativo per un centro lontano 50 chilometri dal capoluogo, perché è importante averne l’attenzione». «In un’epoca in cui ci sono sempre più strumenti per aumentare i servizi, ma spesso crescono anche le distanze tra individui, è importante pensare a chi può essere più fragile e marginalizzato - ha dichiarato Maurizio Marrone -. In questa iniziativa la comunità è al centro, con un luogo fisico in cui riunirsi, per costruire relazioni, avere aiuti e consulenze. Il Canavese è un’avanguardia da sostenere». Antonio Damasco, di Rete italiana di cultura popolare, ha concluso gli interventi: «Siamo contenti che sia nata la terza Portineria di comunità in Canavese: sta crescendo un modello e prenderà il via anche qui la scuola per le Portinerie dedicata all’inclusione degli enti del terzo settore. La biblioteca può essere un luogo inaccessibile per chi ha delle fragilità, come diceva Don Milani “la timidezza dei poveri”, che può essere una povertà educativa, sociale. In questo modo la biblioteca diventa parte integrante della Portineria: un luogo dove le competenze sono a disposizione della comunità, tra socialità e fratellanza».