È l’ora dei verdetti nel DTM, il popolarissimo campionato tedesco dedicato alle auto classe GT3. Di fatto, uno dei circuiti più rinomati e seguiti tra le ruote coperte. Non è granché percepito alle nostre latitudini, dove conta sostanzialmente solo la F1, ma nel Deutsche Tourenwagen Masters sono impegnate ben 7 aziende (Audi, Mercedes, Bmw, Porsche, Ferrari, Lamborghini, McLaren).
Dopo tempo immemore, un italiano può laurearsi Campione in quest’ambito tanto prestigioso quanto misconosciuto alle nostre latitudini. Si tratta di Mirko Bortolotti, attualmente in testa alla classifica generale. Il trentaquattrenne trentino gareggia con una Lamborghini gestita dal Team SSR Performance (di fatto, però, una vettura factory).
In passato, un solo binomio tricolore ha saputo imporsi nel DTM. Parliamo di Nicola Larini e dell’Alfa Romeo, trionfatori nel 1993. In precedenza anche Roberto Ravaglia si era laureato Campione, nel 1989, correndo però con la Bmw. Altra epoca, letteralmente, anche dal punto di vista delle auto utilizzate (ai tempi erano davvero turismo, non GT).
Sono tre i contendenti per il titolo. Oltre a Bortolotti, la partita riguarda anche il sudafricano dell’Audi Kelvin van der Linde, fratello maggiore di quel Sheldon van der Linde vincitore del DTM 2022, e il tedesco Maro Engel, portacolori Mercedes. L’italiano ha un vantaggio rispettivamente di 15 e 20 punti sugli inseguitori.
Vale la pena di ricordare come il sistema di punteggio sia analogo a quello utilizzato nel Motomondiale (25-20-16-13-11-10 e così via, scalando di uno in uno, sino al quindicesimo posto). Sono inoltre conferiti punti extra nelle qualifiche (3-2-1 ai migliori tre tempi). Ogni weekend è strutturato su due gare e due qualifiche. Dunque, restano sul piatto 56 punti.
Bortolotti può permettersi di correre per dei piazzamenti, soprattutto se van der Linde ed Engel non dovessero riuscire a vincere (il tedesco, per esempio, è salito tante volte sul podio senza però mai calcare il gradino più alto). È tuttavia prematuro fare calcoli, anche perché nell’ultimo round, destinato a tenersi a Hockenheim, potrebbero subentrare dinamiche legate ai giochi di squadra.
Si spera che questi giochi non siano sporchi. Chiedere a Liam Lawson e alla Ferrari per avere delucidazioni in merito, perché quanto accaduto sul finire del DTM 2021 – alfine vinto dal tedesco Maximilian Götz e dalla Mercedes – grida ancora vendetta.
Non dovrebbe essere questo il caso, poiché – in fin dei conti – Bortolotti e van der Linde corrono per due aziende appartenenti alla stessa famiglia. Difficile, quindi, che accada qualcosa di strano. Anche da parte di chi gareggia per la concorrenza, costretta a dover badare a due rivali anziché uno solo. Comunque vada, l’augurio è di vedere una lotta fair&square, come dicono gli anglosassoni. Che vinca il migliore. Domenica sera scopriremo chi sarà.