Lampi d’azzurro sul calcio blindato. Allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium, trasformato in una sorta di bunker per ospitare Israele nella quarta giornata di Nations League, l’Italia segna quattro gol, ne sbaglia almeno un paio, ne subisce uno discutibile e alla fine si mette in tasca il bottino pieno necessario per arrivare all’ultimo round in vantaggio su Francia e Belgio che saranno le due avversarie della prossima “finestra”, quella che metterà i verdetti di qualificazione. Si qualificano le prime due e gli azzurri in vetta al Gruppo 2 con un solo punto si metterebbero in tasca il pass per i quarti.
Potrebbe succedere nel prossimo turno, in una cornice che sarà – se gli dei calcio vorranno – decisamente più gioiosa di quella di lunedì 14 ottobre. Barriere, controlli a tappeto, blocco della vendita dei biglietti già 32 ore prima del calcio d’inizio, tutte misure che hanno portato neppure 12 mila spettatori sugli spalti dell’impianto dei Rizzi, riempito dunque per meno della metà della capienza massima, solitamente toccata più volte nelle gare di campionato dell’Udinese, soprattutto quando in Friuli arrivano Inter, Juventus o Milan.
Insomma, non poteva essere e non è stata un festa di sport, c’è stato lo spazio per qualche tradizionale “po po po popooo”, per gli applausi al profeta in patria Guglielmo Vicario, il portiere udinese del Tottenham all’esordio in una competizione ufficiale, per i coretti a Lorenzo Lucca, centravanti di casa al quale il nostro ct ha preferito, tuttavia, il titolare Mateo Retegui, nonostante la Spada di Damocle dell’ammonizione che avrebbe potuto metterlo a rischio squalifica per il successivo match, contro Belgio, nel caso di un bis con gli israeliani.
Scampato pericolo e lettura perfetta di Spalletti, visto che l’atalantino è stato un’autentica spina nel fianco della nazionale di Ben Shimon, dopo il pericolo corso in partenza, complice un pallone perso da Fagioli in cabina di regia, l’unica vera novità rispetto al pareggio della scorsa giornata, una mossa rientrata dopo un solo tempo, visto che nella ripresa si è visto Ricci davanti a fare da “volante” davanti alla difesa al posto dello juventino.
Retegui, invece, ha cominciato ben presto il proprio duello personale con Glazer. Lancio Di Lorenzo al quarto d’ora, conclusione di destro del centravanti, respinta col corpo dal portiere di Israele. Tre minuti dopo lo stesso Retegui arriva di gran carriera e dal limite conclude su una sponda di Frattesi. Il possesso palla azzurro è schiacciante. Tonali al 20’ a sua volta tira addosso a Glazer in uscita, ma a pochi minuti dall’intervallo è abile dello sfruttare l’intervento imprudente di Dor Peretz e manda Retegui sul dischetto per un impeccabile 1-0. Raspadori potrebbe raddoppiare prima dell’intervallo, ma il discorso è solo rinviato.
Nella ripresa, infatti, è proprio Raspadori a pescare su calcio di punizione la testa di Di Lorenzo dopo 9’, mettendo in pratica la partita in discesa. Un’inerzia frenata soltanto dal signor De Burgos, l’arbitro spagnolo che ignora una delle regole non scritte del calcio: nell’area piccola il portiere è sacro. Vicario, invece, viene toccato e intralciato sul corner di Abu Fani che si infila in rete senza che Vicario possa intervenire. Le proteste portano solo all’ammonizione di Cambiaso.
Gli azzurri ripartono furiosi, animati da quella che vivono come un’ingiustizia. Traversone arretrato di Dimarco, rete “a rimorchio” di Frattesi. Entrano Udogie e Daniel Maldini, all’esordio 39 anni dopo quello di papà Paolo (in tribuna assieme a mamma Adriana) in Serie A con il Milan allo stadio Friuli. E proprio sull’asse Udogie-Madini l’Italia confeziona il passaggio per la doppietta di Di Lorenzo. C’è spazio anche per Lucca, il suo pubblico lo chiama a gran voce, Spalletti lo ascolta. La missione è compiuta.