Si è fatta convincere a stipulare un finanziamento per l’acquisto di nuovi arredi per la sua abitazione. In realtà l’importo erogato, 17 mila 783 euro, è stato utilizzato dai suoi “consulenti” per comprare un’automobile, rivenduta pochi giorni dopo. Una serie di passaggi da cui la donna, un’udinese di 41 anni, non ha ricavato nemmeno un euro, ritrovandosi a doversi accollare le rate del prestito. Lunedì 14 ottobre il giudice del tribunale di Udine, Rossella Miele, ha condannato a complessivi 8 anni di carcere le cinque persone che hanno convinto la donna a infilarsi in questo raggiro. Il reato contestato è quello di circonvenzione di incapace, viste le condizioni di fragilità riconosciute alla 41enne.
Giosh Cardaras, 35 anni, è stato condannato a 2 anni e 3 mesi più 900 euro di multa, Cristian Braidic, 50 anni, e Max Braidic, 29 anni, a 2 anni e 2 mesi più 800 euro di sanzione, Marta Braidic, 47 anni, a 1 anno e 6 mesi più 600 euro di multa, Miriam Hudorovich, 32 anni, a 1 anno e 9 mesi (pena sospesa) più 600 euro di multa. Il giudice ha anche disposto un risarcimento per il danno patito dalla donna da quantificare in sede civile.
Nel corso del dibattimento il pubblico ministero ha fatto riferimento a un raggiro messo in atto nei confronti di una donna vulnerabile e fragile. Una tesi confermata dall’avvocato di parte civile, Ingrid Pontello, che ha sottolineato come gli imputati abbiano agito «proprio in considerazione del fatto che conoscevano la fragilità della donna».
Diversa la versione data dagli avvocati difensori, Federico Plaino e Guido Galletti, che hanno già annunciato ricorso in appello. Per i due legali presenti in aula lunedì 14 ottobre la fragilità della signora non sarebbe così marcata da non averle consentito di comprendere ciò che stava accadendo. «La signora è stata descritta come un burattino nelle mani dei nostri assistiti – sono state le parole dei due difensori –. A nostro avviso il suo ruolo non è stato completamente passivo. Difficile immaginare che non sapesse di aver firmato una richiesta di finanziamento per l’acquisto di un’automobile».
Da qui le richieste di assoluzione per il reato di circonvenzione di incapace, e l’eventuale trasformazione del capo di imputazione in truffa. Posizioni che il giudice Miele non ha condiviso e che potranno essere oggetto di un eventuale appello.