Crisi internazionali che coinglobano via via sempre più soggetti in trincea e con i casi di dossieraggio in esponenziale aumento e gli spioni che sbirciano e si infiltrano da ogni dove, il tema sicurezza informatica e del monitoraggio attivo ad opera dell’intelligence guadagna i vertici dell’agenda. Ed è in questo contesto che si è svolto a Roma, questa mattina a Palazzo Chigi, l’incontro tra l’Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, Sottosegretario Alfredo Mantovano, e il Direttore della Cia, William Joseph Burns, accompagnato dall’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America, Jack Markell. «È stata l’occasione per riconfermare gli eccellenti rapporti bilaterali tra le rispettive Intelligence e per fare il punto sui principali fronti di crisi internazionali», rende noto Palazzo Chigi sull’evento.
Un evento resocontato da qualche foto e da poche righe d’agenzia battute per sigillare l’allineamento tra Italia e Usa in una congiuntura internazionale mai così tormentata e movimentata, con fronti che si accavallano e superano il limite del tollerabile, bypassando – da Kiev a Gaza – e a piè pari le possibilità alacremente ispezionate dai mediatori internazionali per una pace giusta, possibile, auspicata ai tavoli quanto rinnegata dai diretti interessati impegnati con le truppe sui vari fronti di guerra. Mentre, sul terreno nazionale, per quanto riguarda il Bel Paese, continuano a esplodere in tutto il loro fragore di preoccupazione, sconcerto e indignazione, casi di dossieraggio e accessi illeciti a dati sensibili che investono esponenti di governo, imprenditori e sportivi, a partire dal premier Meloni e dai ministri dell’esecutivo in carica.
Dunque è in questo quadro delicato che si è svolto quest’oggi l’incontro tra il direttore della Cia William Burns e il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, delegato del governo per la sicurezza della Repubblica. Non solo per la verità: perché ad accompagnare Burns a Palazzo Chigi c’era anche l’ambasciatore americano a Roma Jack Markell, fa sapere una breve nota che sottolinea come l’incontro abbia offerto «l’occasione per riconfermare gli eccellenti rapporti bilaterali tra le rispettive Intelligence e per fare il punto sui principali fronti di crisi internazionali».
Inutile dire, ovviamente, che nel corso del colloquio si sia affrontato anche lo spinosissimo tema dei recenti attacchi delle forze israeliane alle postazioni Unifil nel sud del Libano, dove opera anche un numeroso ed equipaggiato all’emergenza contingente italiano. Così come Zelensky accusa: la Corea del Nord fornisce soldati all’esercito russo per effettuare l’invasione dell’Ucraina. Così come non è certo un mistero che, a partire dal presidente del Consiglio Meloni, passando per i ministri Tajani e Crosetto, ci sia preoccupazione oltre che indignazione tra i vertici del governo per la piega che stanno prendendo le operazioni militari israeliane nella zona e per l’incolumità dei militari italiani. Una situazione in cui, come sottolinea tra gli altri il sito di Open, «la sponda americana appare fondamentale per scongiurare il peggio».
Ma c’è di più. Perché Burns è la figura chiave dei conflitti e delle loro possibili mediazioni in atto, da Kiev a Gaza. Tanto è vero che, come anticipato in apertura, con i conflitti che estendono il loro raggio d’azione di possibili alleanze e nemici che allargano il raggio della guerra ad altri nemici indiretti. Per esempio, con Zelensky che accusa la Corea del Nord di fornire soldati all’esercito russo per effettuare l’invasione dell’Ucraina. Mentre mnon è una novità dell’ultim’ora che siano in corso da mesi incontri e colloqui da una capitale all’altra del Medio Oriente – Doha e Il Cairo in primis – per un cessate il fuoco a Gaza. Con Burns a fare da denominatore comunque di entrambi gli scenari di guerra aperta, e la spola da un vertice all’altro, finora senza trovare una quadra condivisa.
Al centro, equidistante, l’Italia: partner strategico, con la visita odierna di Burns che sembra darne atto. Tutto deve però necessariamente aggiornarsi – di qui a un mese – alle prossime elezioni Usa, che dovranno eleggere un o una nuova presidente tra Donald Trump o Kamala Harris. E tutto consolidato alla luce di partenariato comunque solido tra Italia e Usa che ancora una volta, e anche con l’incontro di oggi tra Mantovano e Burns, vertice della Cia, serrano i ranghi e rinvigoriscono la sinergia di una collaborazione che punta a contenere e ridimensionare portata e degenerazione delle crisi internazionali in atto.
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