Un tragico incidente ha paralizzato la circolazione ferroviaria sulla linea Bologna-Venezia venerdì il 4 ottobre 2024, causando disagi significativi per i viaggiatori. È accaduto tra Castel Maggiore e San Pietro in Casale, sulla linea ferroviaria Bologna-Venezia, dove Attilio Franzini, un operaio di 47 anni, ha perso la vita travolto dall’Intercity Roma-Trieste mentre era impegnato in operazioni di manutenzione. Franzini lavorava per la ditta Salcef, appaltatrice di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Il drammatico evento è avvenuto alle prime ore del mattino, intorno alle 4:30. La circolazione ferroviaria è stata interrotta, causando pesanti disagi, con deviazioni e cancellazioni che hanno coinvolto l’Alta Velocità, gli Intercity e i treni regionali. Soltanto dopo le ore 8, grazie all’intervento dell’autorità giudiziaria, la situazione è tornata lentamente alla normalità.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’operaio si sarebbe spostato al di fuori dell’area di lavoro designata per cause ancora in fase di accertamento. Rete Ferroviaria Italiana ha espresso il suo cordoglio e assicurato la massima collaborazione con le autorità per far luce sulla dinamica dell’incidente.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso «profondo cordoglio» per la perdita di un lavoratore italiano, assicurando che il governo sta seguendo attentamente l’evolversi delle indagini. Anche il viceministro Galeazzo Bignami ha sottolineato l’urgenza di chiarire i fatti per garantire la massima trasparenza: «Giunga ai cari della vittima la mia vicinanza». Condoglianze ulteriori sono espresse anche dalla candidata del centrodestra in Emilia Romagna, Elena Ugolini, «in attesa che i fatti vengano quanto prima accertati».
Come prevedibile però, la sinistra non ha perso tempo a sfruttare la tragedia per rilanciare il suo cavallo di battaglia: le dimissioni. Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha colto l’occasione per attaccare Salvini, accusandolo di tutto: dai ritardi dei treni al ponte sullo Stretto. Il «chiodo piantato male», evocato da Bonelli, diventa il pretesto per chiedere la testa del ministro, con la solita richiesta di dimissioni che ormai appare come un ritornello stanco. E non poteva mancare anche l’appello alla premier Meloni, chiamata a «sistemare» quello che, intuendo le parole di Bonelli, sarebbe un ministero allo sbando.
Mentre la sinistra cavalca ogni tragico episodio per puntare il dito contro il governo, Salvini e l’esecutivo rimangono concentrati su ciò che conta davvero: far emergere la verità sull’incidente e garantire che giustizia sia fatta. Le polemiche, in fondo, non risolvono nulla, e forse un giorno Bonelli e i suoi troveranno argomenti più solidi su cui fare leva, o forse no.
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