La maggioranza Ursula va in frantumi, vittoria dell’Italia e sconfitta per la Germania. E’ accaduto che gli Stati Membri dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles hanno approvato i dazi sulle auto cinesi: si doveva votare sulla proposta di applicare dazi differenziati, a seconda dell’entità dei sussidi ricevuti, nei confronti di alcuni grandi produttori di auto elettriche assemblate in Cina. La proposta, presentata dalla Commissione e discussa nel Comitato Difesa Commerciale (Trade Defence Instruments, TDI), è volta a rafforzare l’industria automobilistica europea. E a contrastare le potenziali distorsioni del mercato a causa dei sussidi cinesi. Nonostante l’opposizione all’ultimo della Germania, che teme ritorsioni cinesi sulla sua industria, alla fine l’Ue ha approvato i dazi. Dieci i Paesi favorevoli, tra cui Italia e Francia, dodici gli astenuti tra cui la Spagna, mentre sono stati cinque i voti contrari, guidati dalla Germania.
In questo caso, la palla passa alla Commissione che, secondo la procedura della comitatologia (l’insieme di procedure che la Commissione segue per attuare il diritto Ue), può comunque procedere e applicare il regolamento, che di fatto è approvato. L’ex presidente della Bce Mario Draghi ha notato lunedì scorso come l’Ue non abbia una strategia industriale comune, che invece è necessaria, se si vuole attuare la transizione verde. Oggi, su un tema sensibilissimo come i dazi alle auto elettriche importate dalla Cina, i 27 si sono spaccati in tre. Draghi ha ammonito che, in mancanza di una strategia industriale comune, l’alternativa è 27 strategie industriali diverse e scoordinate. L’esito del voto di oggi appare confermare l’esattezza dell’analisi dell’ex premier. Alla maggioranza Ursula si è sostituta un’altra maggioranza, di cui l’Italia è parte attiva e propositiva.
“L’Italia si è espressa in linea con le analisi tecniche della Commissione tese a ripristinare condizioni di equità commerciale. Auspichiamo che il negoziato riprenda sia in bilaterale sia in sede di Wto. Per giungere, come sempre sostenuto, ad una soluzione condivisa nel pieno rispetto delle regole internazionali”: così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
“Io sono per il libero mercato, però ci devono anche essere delle regole- aggiunge il ministro degli Esteri Tajani. “L’Italia ha votato a sostegno della Commissione Europea per quanto riguarda i dazi per le auto cinesi. Non perché noi vogliamo fare una guerra commerciale con la Cina. Ma perché ci devono essere delle regole che devono essere rispettate”. “Noi vogliamo che tutti i problemi si risolvano nell’ambito dell’Organizzazione mondiale per il commercio ma sempre basandosi su un principio di reciprocità- ha aggiunto- . Noi vogliamo fare affari con la Cina ma serve il principio di reciprocità. A volte manca, e quindi bisogna fare in modo che si possa rispettare questo principio. Non possiamo permettere che sia invaso il nostro mercato senza avere la possibilità di entrare nel mercato cinese. Per questo dobbiamo avere certamente una politica commerciale europea”.
La replica della Germania non si è fatta attendere: “La Commissione di Ursula von der Leyen non dovrebbe innescare una guerra commerciale; nonostante il voto a favore di possibili dazi punitivi contro la Cina”. A parlare è il ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner. “Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata. Mi affido anche a Friedrich Merz per spiegare alla sua collega di partito cosa è in gioco”. Anche Volkswagen si mostra perplessa: “Manteniamo la nostra posizione secondo cui le tariffe sono un approccio sbagliato. E non migliorerebbero la competitività dell’industria automobilistica europea”, ha dichiarato il colosso automobilistico tedesco in una nota. Il timore dal loro punto di vista è che da questa decisione nasca “un conflitto commerciale”.
La portavoce della Commissione Europea al Commercio, Olof Gill, ha dichiarato che la Commissione “resta aperta a trovare una soluzione” con la Repubblica Popolare Cinese in merito ai dazi sui veicoli elettrici importati nell’Ue. Con il voto di venerdì, la Commissione può procedere autonomamente con il regolamento relativo ai dazi, che deve essere pubblicato entro il 30 ottobre. Dieci Stati Membri hanno votato a favore della proposta: (Italia, Francia, Polonia, Paesi Bassi, Irlanda, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Lituania e Lettonia); 5 hanno votato contro: (Germania, Ungheria, Malta, Slovenia e Slovacchia); mentre 12 si sono astenuti: (Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Spagna, Croazia; Cipro, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Romania e Svezia). Questo esito significa che la Commissione è ora libera di procedere a suo piacimento; e procedere ad applicare il regolamento, che è stato di fatto approvato.
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